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sabato 20 giugno 2020

Dopo il virus la calata pandemica dei narcisisti

Quando tutto sembra cambiare ecco il vecchio che torna più rinforzato che mai.

Vecchie abitudini.

Vecchie e consolidate passioni terrene imprigionano in atteggiamenti la quasi totalità delle persone che vezzeggiano davanti alle tastiere stati d'animo esasperanti. Postano ricordi evidenziando così frustrazioni per non essere riusciti a governare gli eventi in politica e nella società ma soprattutto nel privato.

Ecco quindi vecchie foto che narrano di congressi, tavole rotonde. Uomini e donne, soprattutto uomini incravattati che mostrano il lato migliore: la faccia da culo e ne vanno fieri.

Giovani che non conoscono, non dico la storia che sarebbe già una cosa interessante ma, neppure la cronaca spicciola che riguarda la propria città, la propria famiglia eppure si permettono di alzare la cresta e sussurrare con malcelata costrizione quello che avrebbero voluto che fosse la storia.

Le narrazioni ossessive, narrate fino allo sfinimento, tentano di fare diventare realtà ciò che non è stato.

È come dire che l'asino vola.
Se oggi ci troviamo in uno stato mentale di grigio edonismo vuol dire che qualcosa non è andato nel verso nostalgico così tanto strimpellato sulle pagine di facebook.

Facciamone ammenda e tentiamo di vivere dignitosamente mondando i pensieri dalla presunzione di supremazia e onnipotenza. Magari, per chi l'ha letta, rileggendo “a livella” di Antonio De Curtis, in arte Totò.

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