È stato un incontro fortuito quello
con Michelangelo Pistoletto.
Lo vidi tra le macerie della
“roccelletta” di Borgia, all'inizio credetti che fosse una
replica dei totem disseminati lungo il percorso pedonabile delle sue
installazioni posizionate tra i reperti storici del parco archeologico Scolacium”. Cappello bianco. Camicia e pantaloni bianchi. Sguardo stanco.
Mi avvicinai ed era come vederlo allo
specchio. Solo che il suo doppio non era riflesso ma stampato ad
altezza naturale e poggiato al muro della vecchia abitazione
baronale. E poi, il Maestro in carne e ossa!
Che ancora stava osservando i lavori disseminati per dare le ultime indicazioni, mi tese la mano e, dialogò
con me affabilmente:
“Tutti gli specchi sono connessi,
rotti o intatti che siano, così come gli umani hanno lo stesso Dna.
(...) Vedo la società come uno specchio rotto. La distruzione dello
specchio è l’interconnessione del mondo: ogni frammento conserva
le medesime proprietà riflettenti dello specchio intero. (…)
Quello che vediamo nello specchio non può essere falsificato.”
...tra gli opposti sta la virtù, credo sia questo il messaggio insito nel "terzo paradiso"...
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