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giovedì 14 dicembre 2017

Empatia e saperi: tecniche della visione

Arte per passione

 Ricerca. Sulle tracce dell'uomo. Empatia e saperi della visione.

Serve ancora raccontare storie attraverso le immagini come si faceva prima dell'avvento e l'uso dei nuovi media?
Narrare per immagini pittoriche storie nonostante l'alfabetizzazione e l'acquisizione dei saperi evoluti da parte di un larghissimo strato sociale?



L'era delle lampade a petrolio l'abbiamo archiviata. L'evoluzione scientifica e culturale han fatto sì che potessimo apprendere sempre più nuovi saperi. In campo pittorico, gli impressionisti e ancor più i divisionisti ci hanno aperto gli occhi e la mente. Ci hanno condotto per mano su nuove strade verso nuovi orizzonti.

Il percorso è stato difficile. Alcuni hanno barato. Altri giocato sulle opportunità linguistiche e tecniche. Hanno sondato l'azione. Hanno elevato a poetica la traccia. Il segno.

Pubblicità, fumettistica e illustrazioni stradali, segnaletica e messaggistica immediata di altissimo e veloce consumo, rientrano nella sfera della visione istantanea del linguaggio visivo odierno.
L'”idea-prodotto” domina ovunque per ovvi motivi, sui muri metropolitani, sui mass-media c'è l'immancabile traccia del marketing. La fotografia sublima un messaggio immediato destinato ai consumatori. Promuove prodotti per indurre all'acquisto.
Mentre il segno scarno, essenziale, è grafia funzionale, utile nelle indicazioni stradali.
Per convenzione, il simbolo grafico avverte, obbliga e segnala una direzione, i sensi di marcia, un immediato pericolo e altro ancora.

Differentemente, il lavoro creativo dell'artista che non produce per il vasto mercato della decorazione ma per amore della ricerca poetica diventa nicchia, purtroppo, per pochi! In altre parole la scoperta del bello racchiuso in un graffio, una crepa, una lacerazione è, nonostante le avanguardie storiche, rimane ostico ai più.

Molti ancora fraintendono l'hobby decorativo con la poetica creativa.
La ricerca della perfetta pennellata. Lo sfumato. Il bel disegno. La costruzione impeccabile della tela sono azioni consolidate che fanno parte integrante del bagaglio tecnico di chi osa andare oltre il già detto e fatto.
Per la maggior parte della gente l'assenza della cultura creativa dialogante oltre il razionale ma elementare concetto della comunicazione interpersonale scolastica è un dato di fatto. Uno scoglio mentale. Un muro elevato dalle ovvietà commerciali duro a crollare ma da abbattere necessariamente.

Indubbiamente è uno scontro impari. E se tra un bel dipinto ben impostato e costruito che raffigura il solito tramonto o qualcosa di simile e la provocazione “dada” poniamo le recenti ricerche linguistiche che parlano alle menti. Suggeriscono dialoghi attraverso graffi e squarci residuali, testimonianze inconfutabili della storia. Alchimie incentrate sul passaggio, drammatico o tranquillo, dell'uomo. In estrema sintesi, nell'archeologia dei pensieri figurali otteniamo il salto culturale catartico che sgancia il lavoro creativo dell'artista dall'artigianalità: consueta dinamica descrittiva soporifera.

Il gioco creativo è:
Osservazione. Riflessione. Conoscenza e utilizzazione armoniosa della materia; in estrema sintesi è concreta empatia dei saperi ... oltre le apparenze

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