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giovedì 6 ottobre 2016

La Costituzione demolita a colpi di spot

Quando, in qualsiasi campo, per vincere una partita ci si rivolge alla pubblicità e si fa leva sulle paure collettive pittosto che dire la verità e spiegare le intenzioni senza nascondere nulla, allora, si è ad un passo dalla dittatura.


Ma Benigni non diceva, in uno show dove vestiva i panni del docente e spiegava calorosamente i principi fondamentali della nostra Costituzione, che la Costituzione della Repubblica italiana è la più bella del mondo? E nel frattempo cosa è successo? Perché si schiera apertamente e caldeggia le modifiche rattoppate da un parlamento discutibile per i modi e i metodi coi quali è lì a governare i cambiamenti e sbeffeggia quanti la pensano in maniera diversa?

Sarà per l'aria di toscanità che regna ai vertici?

La Costituzione non è un vestito da dismettere quando è passato di moda. E sì! Pare che la moda attuale preferisca schierarsi coi più forti. Con gli imprenditori d'assalto che intra/prendono commesse nel mondo globalizzato fottendosene delle persone e delle esigenze primarie dei cittadini.

È una logica che fa prevalere le esigenze del mercato, i soldi di chi investe, il capitale impegnato e quello da incassare coi relativi interessi a discapito degli aspetti umani predicati da papa Francesco.


Divagazioni a parte.
Ci troviamo difronte a dei cambiamenti epocali e le migrazioni obbligate di cui l'Italia è teatro preferenziale per via della posizione geografica devono farci riflettere.

Dobbiamo riflettere attentamente in prima persona e non lasciare deleghe in bianco a nessuno. Tanto meno ai politici! A quei politici che vogliono cambiare le fondamenta della nostra identità sostituendola con una serie di slogan pubblicitari come quello che mi è apparso oggi mentre ero in macchina. “CARA ITALIA, vuoi tu ridurre i costi delle regioni? Basta un sì”.

Siamo davvero alla frutta! Se si pensa che alcune decisioni politiche siano state demandate, a suo tempo, al potere decisionale dei governi regionali affinché questi, in funzione della conoscenza del territorio , legiferino a favore del miglior risultato e li facciano decollare, adesso, con il referendum del 4 dicembre, qualcuno si è accorto che non è più cosa buona e giusta.

Qualcuno che vuole accentrare pericolosamente il potere. Sì, qualcuno che pensa di dovere decidere nell'immediatezza alle numerose velocissime problematiche dettate dal web e dalla globalizzazione. È una mostruosità!

Basterebbe che si istruissero i governatori e i governati. Basterebbe un minimo di quella cultura che sgorga insieme alla bava dei presunti opinion leader sparsi nei social.
Basterebbe mettere al centro dei pensieri l'essere umano. Le sue esigenze!
Abbandonare la dittatura del pil e le assurde imposizioni economiche del mercato globale che è stato e resta l'incriminato per eccellenza di tutti mali che stiamo subendo. Migranti e guerre incluse!

CARA ITALIA VUOI CRESCERE? RAGIONA PACATAMENTE! E manda a cagare, quando è il caso, i venditori di fumo che alimentano le paure.

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