Quando si parla di guerra in Siria e
nelle zone occupate e possedute dall'ISIS si pensa a scenari
devastati che puzzano di morte. Si pensa alle macerie provocate dalle
bombe nemiche. Ai disastri degli invasori ma viene difficile
immaginare una sfilata di macchine nuove, fiammanti, come se fossero
appena uscite dalle fabbriche che le hanno costruite, tra le rovine e
le strade deserte. Come è difficile pensare alle vittime civili
uccise dal fuoco amico.
Nel servizio del tg1 di ieri sera le
immagini facevano vedere l'irrealtà di quei luoghi. Gli stessi
luoghi che sfornano fuggiaschi terrorizzati dalla barbarie di chi ha
permesso nefandezze che si traducono in crimini contro l'umanità.
Gente per lo più innocente che cerca riparo in Europa.
E, sui campi di battaglia difficili da
vedere davvero, lungo le strade tra le cunette, uomini in divisa che
sparano a comando a favore di telecamera. Uomini con la barba ben
curata e coi vestiti puliti si addentrano nei campi e sparano tra gli
alberi a nemici che vedono solo loro.
Se non fosse per l'apocalittico disagio
che questa guerra ha provocato all'umanità intera sembrerebbe di
essere coinvolti in uno di quei giochi tattici per grandi che
vogliono giocare alla guerra.
Intanto i profughi continuano a
scappare dalla Siria e dall'Africa impoverita e saccheggiata dalle
multinazionali e dal califfato.
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