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lunedì 6 giugno 2016

Africa, affari guerre e mass media

Quando si parla di guerra in Siria e nelle zone occupate e possedute dall'ISIS si pensa a scenari devastati che puzzano di morte. Si pensa alle macerie provocate dalle bombe nemiche. Ai disastri degli invasori ma viene difficile immaginare una sfilata di macchine nuove, fiammanti, come se fossero appena uscite dalle fabbriche che le hanno costruite, tra le rovine e le strade deserte. Come è difficile pensare alle vittime civili uccise dal fuoco amico.




Nel servizio del tg1 di ieri sera le immagini facevano vedere l'irrealtà di quei luoghi. Gli stessi luoghi che sfornano fuggiaschi terrorizzati dalla barbarie di chi ha permesso nefandezze che si traducono in crimini contro l'umanità. Gente per lo più innocente che cerca riparo in Europa.

E, sui campi di battaglia difficili da vedere davvero, lungo le strade tra le cunette, uomini in divisa che sparano a comando a favore di telecamera. Uomini con la barba ben curata e coi vestiti puliti si addentrano nei campi e sparano tra gli alberi a nemici che vedono solo loro.


Se non fosse per l'apocalittico disagio che questa guerra ha provocato all'umanità intera sembrerebbe di essere coinvolti in uno di quei giochi tattici per grandi che vogliono giocare alla guerra.
Intanto i profughi continuano a scappare dalla Siria e dall'Africa impoverita e saccheggiata dalle multinazionali e dal califfato.

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