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domenica 28 febbraio 2016

Quindici anni

Dietro l'Immacolata.


La chiesa dell'Immacolata, legata al culto della Vergine Maria, patrona di Catanzaro, è un luogo caro ai catanzaresi tant'è che la piazza dove sorge il palazzo della prefettura (piazza prefettura, o piazza Rossi, appunto) è più nota come piazza dell'Immacolata.
Catanzaro, via G, Veraldi

Un tempo la vita sociale e culturale della città si condensava lì, in piazza Immacolata. C'era l'ufficio postale, l'istituto Galluppi, il teatro Comunale e il caffè all'aperto di Colacino che chiudeva la piazza con lo storico “stretto” prima di sfociare nel corso Mazzini dove i catanzaresi facevano la passeggiata e curisavano nelle vetrine dei negozi posti ai lati della strada.

Dietro l'Immacolata, leggermente decentrata c'era la piazzetta Serravalle e, proprio dietro le spalle della cattedrale, c'era, il portone del conventino dei frati che reggevano la chiesa.
Sono trascorsi tantissimi anni da quando le mie passeggiate mi portavano a passare da lì in compagnia dei miei amici.



Avevo perso memoria di tutto questo ma è stato sufficiente rimanere in attesa, proprio lì, dietro la basilica, alzare la testa e osservare il bassorilievo coi puttini e la Vergine per ricordare:
le festicciole organizzate nei katoji trasformati in club. I primi appuntamenti. I primi amori. I muri in pietra rivestiti coi cartoni delle uova; le luci azzurrate per creare l'effetto notte. Il giradischi, i 45 giri in vinile e il buio non appena la puntina iniziava a effondere le prime note dei Dick dick. (La canzone “senza luce” è stata la colonna sonora di molti quindicenni dell'epoca). E poi, il calore delle cosce della mastodontica ragazza, molto più alta di me, che quando si stringeva a me canticchiava “è ora che mi aspetti, è l'ora dell'amore” mentre fuori, qualche passo più avanti, sopra il cornicione del conventino il bassorilievo in cemento della Vergine Immacolata con le mani sopra il seno e i puttini che la seguivano vegliavano sulla nostra ingenua spensierata giovinezza.

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