Dietro l'Immacolata.
La chiesa
dell'Immacolata, legata al culto della Vergine Maria, patrona di
Catanzaro, è un luogo caro ai catanzaresi tant'è che la piazza dove
sorge il palazzo della prefettura (piazza prefettura, o piazza Rossi,
appunto) è più nota come piazza dell'Immacolata.
Catanzaro, via G, Veraldi |
Un tempo la vita
sociale e culturale della città si condensava lì, in piazza
Immacolata. C'era l'ufficio postale, l'istituto Galluppi, il teatro
Comunale e il caffè all'aperto di Colacino che chiudeva la piazza
con lo storico “stretto” prima di sfociare nel corso Mazzini dove
i catanzaresi facevano la passeggiata e curisavano nelle vetrine dei
negozi posti ai lati della strada.
Dietro
l'Immacolata, leggermente decentrata c'era la piazzetta Serravalle e,
proprio dietro le spalle della cattedrale, c'era, il portone del
conventino dei frati che reggevano la chiesa.
Sono trascorsi
tantissimi anni da quando le mie passeggiate mi portavano a passare
da lì in compagnia dei miei amici.
Avevo perso memoria di tutto questo ma è stato sufficiente rimanere in attesa, proprio lì, dietro la basilica, alzare la testa e osservare il bassorilievo coi puttini e la Vergine per ricordare:
le festicciole
organizzate nei katoji trasformati in club. I primi appuntamenti. I
primi amori. I muri in pietra rivestiti coi cartoni delle uova; le
luci azzurrate per creare l'effetto notte. Il giradischi, i 45 giri
in vinile e il buio non appena la puntina iniziava a effondere le
prime note dei Dick dick. (La canzone “senza luce” è stata la
colonna sonora di molti quindicenni dell'epoca). E poi, il calore
delle cosce della mastodontica ragazza, molto più alta di me, che
quando si stringeva a me canticchiava “è ora che mi aspetti, è
l'ora dell'amore” mentre fuori, qualche passo più avanti, sopra il
cornicione del conventino il bassorilievo in cemento della Vergine
Immacolata con le mani sopra il seno e i puttini che la seguivano
vegliavano sulla nostra ingenua spensierata giovinezza.
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