Mi è stato detto che sono stato
sintetico, quasi criptico nel post sulla grande bellezza. Ecco
allora qualche considerazione più articolata ma sempre sintetica
perché, come si suol dire, chi ha sensibilità e cultura non ha
bisogno di stimoli ulteriori, eppoi, per gli altri, inutile perdere
tempo, è risaputo: non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire!
I trailer della “Grande Bellezza”
mandati sui media hanno fatto vedere un mezzo esercito di personaggi
mondani impegnati a stordirsi sullo sfondo di una città ch'è
scrigno di storia e cultura dei popoli.
Il popolo del web. I giornalisti
professionisti, i critici e gli opinionisti free, voglio dare loro un alibi, si
sono lasciati deviare dal decadentismo mondano filmato nei diversi
quadri del film e, appunto, mandato sui media a mo' di spot, e lì
sono rimasti incollati mentalmente.
Sorrentino è stato geniale! Ha
condensato flora e fauna romana. Vitelloni contemporanei. Borghesia
annoiata. Intellettuali e Attricette d'assalto. Cardinali che sembra
abbiano dimenticato il vangelo e intendono cogliere l'apogeo scenico
mondano dettando ricette. Imbucati. Nobili decaduti. Politici e donne
nevrotiche, falsamente autolesioniste, convinte di fare arte
mistificando la sacralità della vita. Personaggi che evocano tempi
ideologicamente andati. E su tutti il disincantato Jep Gambardella,
scrittore in stand-by, giornalista mondano che tiene il filo della
matassa artistica sorrentiniana.
Nichilisti e parvenu si alternano.
Quanti hanno sensibilità e cultura
adeguata, non si sono lasciati catturare dalle frivolezze che pur
fanno parte del vissuto umano. Non tutti, grazia a Dio, abbiamo
paraocchi o necessità dell'esistenza di maestri, eroi o guru per
comprendere il bello.
Molti, troppi basano le loro certezze
sulle fattezze esteriori e siccome l'animo, la cultura come pure la
sensibilità non si manifesta agli stolti, per questi, è inutile
insistere o lasciarsi andare ad interminabili argomentazioni per far
comprendere loro che:
Trasformare poeticamente episodi di
decadentismo sociale e proporli coi linguaggi consoni è Arte.
È arte!, la falce e martello
ritagliata sul pube rosso della performer piuttosto che la sua corsa
contro il muro di gommapiuma e i retroscena posticci di una infanzia
violata. È arte sublime l'immagine della nana che si staglia sui
bicchieri vuoti e semivuoti della notte appena trascorsa. Il suo
sarcasmo. E la verità che svolazza sullo schermo dietro ogni singola
scena.
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