Leggo che Damien Hirst, uno degli
artisti contemporanei più quotati al mondo, è additato dagli
animalisti per aver sacrificato 9000 farfalle in una delle sue
installazioni presso la Tate Modern di Londra.
L'installazione “incriminata” genera interrogativi legittimi,
non solo negli animalisti ma in tutte quelle persone che pur
nutrendosi d'arte s'interrogano e pongono il quesito atavico su ciò
che è eticamente lecito e cosa non lo è, anche nei linguaggi della
creatività, “anarchica” per antonomasia.
Insomma, senza farsi troppe pompe mentali o giocare sulla sorpresa scandalistica che l'operazione potenzialmente può provocare, chiedersi fino a che punto l'uso e l'abuso di certa “mercanzia” può far bene all'arte? Se poi, la licenza di “uccidere” presuppone temi come l'eutanasia attraverso le forme di vita elementari, come in questo caso, delle farfalle, che già per natura non sono molto longeve, di certo si può parlare di morte della cultura ma non di arte.
Le barbarie mascherate, abbellite e irrorate con dotte elucubrazioni, anche se esposte in templi consacrati all'arte rimangono quelle che realmente sono: niente! anche se questo niente fa muovere una montagna di soldi.
C'è bisogno di rinchiudere in una stanza farfalle, attaccare bossoli alle tele, fare decori, allestire buffet con zucchero e fiori e ripopolare le “unità cadute sul campo” calpestate o schiacciate dai visitatori che se li scrollano dai capelli per denunciare, semmai, violenze sulla natura e sul genere umano?
L'installazione dell'artista più pagato del momento è consistita nel fare tutto ciò, vale a dire:
riempire una stanza di farfalle e lasciare libero l'accesso ai visitatori che desideravano osservarle da vicino.
Probabilmente, se avesse fatto entrare un branco di elefanti (addestrati) in un negozio di cristallerie, avrebbe comunicato di più, educato all'arte molti “distratti avventori” perché l'Arte è, sì, un gioco!ma, creativo e propositivo! (per intenderci, ritengo che gli animali non debbano essere violentati, ammaestrati per il semplice diletto di chicchessia, anche loro hanno diritto di mantenere intatta la propria natura)
Senz'altro, l'ipotesi degli elefanti non avrebbe catalizzato l'attenzione degli animalisti, dei mass media e di quanti sono costantemente alla ricerca di sensazionalismi che non hanno nulla a che fare con l'arte, ma in compenso si sarebbe evitata la morte di almeno 400 farfalle alla settimana, comprese quelle che si schiudevano dai bozzoli attaccati sulle tele preparate Damien.
Le farfalle all'interno della stanza erano libere di muoversi e di nutrirsi con fiori, zucchero e frutta, ma, com'è intuibile, le loro condizioni di vita, non corrispondente alla loro natura, hanno fatto sì che nel corso delle 23 settimane di durata della mostra, 9000 farfalle morissero, anche per colpa di quanti desideravano ammirarle da vicino. ... e se avesse riempito la stanza di tigri?
Nessun commento:
Posta un commento
LA PAROLA AI LETTORI.
I commenti sono abilitati per chiunque passa da qui, si sofferma, legge e vuole lasciare un contributo all'autore del post.
ATTENZIONE! Chi commenta i post del blog è responsabile di quanto scrive. Pertanto non è prevista nessuna moderazione o censura ai commenti salvo evidenti illiceità.