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sabato 6 ottobre 2012

è giunto il tempo del lavoro creativo

Si è auspicato che la tecnologia e i saperi potessero liberare o quantomeno affrancare l'umanità dalla schiavitù del lavoro.
Purtroppo abbiamo constatato che così non è! E se coi nuovi media riusciamo a divulgare concetti, progetti, immagini e quant'altro ci fa piacere pubblicare per sentirci partecipi di questo grande fratello globalizzante e mistificatore, nella vita reale di tutti i giorni ci accorgiamo di non poter fare a meno delle vecchie care abitudini che danno certezze quali la famiglia, il lavoro, le amicizie.

Il resto non conta. Non conta il sistema Italia bloccato su posizioni impensabili, immaginate ma impensabili fino allo scoperchiamento della cloaca provocata dai festini della politica affaristica , autoreferenziale e spendacciona che si sente al di sopra di tutti e tutto.
Una casta, come l'ha definita qualche osservatore arguto, piena di problemi e idiozie che non sa produrre niente di buono. Una classe da azzerare come il lavoro produttivo che crea reddito azzerato dai cialtroni della politica che siedono indegnamente nei banchi istituzionali.

Ora è il momento del coraggio! Dopo la pulizia degli indegni si deve creare lavoro.

Non un lavoro faticoso, logorante da fabbrica o miniere, non un lavoro qualsiasi tanto per essere impegnati ma un'attività che sia l'estrinsecazione personale di ognuno. Utopia? Retorica?
No! l'utopia e la retorica l'abbiamo subita fino ad oggi rimanendo impassibili davanti ai tanti commissari segretari e sottosegretari, assessori, dirigenti, primari nominati non per meriti ma perchè amici affiliati a qualcuno o qualcosa.

Dobbiamo avere il coraggio di appropriarci del lavoro produttivo, che oggi corrisponde all'uso del cervello, alla cultura, all'arte ma anche alle decorazioni, ai brevetti open.
Tutto il resto è retorica!, mentre oggi si impedisce il lavoro, lo si ostacola e si piange per la recessione che avanza,i licenziati giovani non hanno futuro, i vecchi non hanno presente e
gli esodati, o fanno lavori in nero oppure fanno la fame.

Per questo serve una classe politica attenta, intelligente e dei cittadini colti.

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