mercoledì 4 gennaio 2012

Entropia della visione in Fioti, Aprile, Masia


Con il termine entropia si esplicita l'assenza totale del concetto di dimensione, estensione, formato e quantità; quindi, qualsiasi concetto formulato è impreciso se non addirittura incomprensibile se comparato ad altri sistemi assoluti, in quanto, essendo l'entropia la misura del disordine, non disciplina un determinato concetto ma lascia spazi a intendimenti variabili.
Detto ciò, quale sistema concettualizzato dai saperi accademici può, in un certo qual modo, adattarsi all'instabilità del gioco creativo se non l'entropia?
Anche se nel campo dell'arte le variabili segniche e o strutturali possono essere manipolate dalla verbosità accademica o fumosa dei mercanti, non è detto che questi conferiscano all'opera, con l'entropia della parola, il pathos empatico che intercorre tra artista opera e fruitore.

L' “arte” è per sua natura un gioco antropico in cui, all'inizio, la forma, il colore e le altre caratteristiche fisiche del gesto, sono elementi ben classificabili e determinano, ancora per poco tempo, la singolarità del segno iconico che, in ossequio ai canoni preordinati dal sistema codificante della disciplina dei segni, ovvero la semiotica, classifica e rende intellegibile la componentistica iniziale, portata all'estremo dalla fusione degli ingredienti usati per dare libero sfogo all'assemblaggio creativo e conferire nuovo pathos al linguaggio della visione.
Insomma è come stare in equilibrio precario. Essere sull'orlo di un precipizio e non sapere se la caduta si trasforma in slancio vitale che incita al volo oppure no.
I lavori di Erminia Fioti e Anna Aprile disseminati giocosamente negli spazi della galleria 68 suscitano simili pensieri e per certi aspetti riconducono a quell'arte brut che fu ricerca poetica e battistrada per nuovi orizzonti linguistici dell'arte contemporanea riconducibile alla sensibilità di Dubuffet.

Sul precipizio” è la rassegna visiva in corso nella galleria 68 in via Lucrezia Della Valle di Catanzaro, che mette a nudo l'anima di due donne e il tecnicismo di un uomo. tutti e tre condensano i rispettivi “umori” nel gioco creativo della pittura: Erminia Fioti, Anna Aprile e Roberto Masìa.

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