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domenica 7 agosto 2011

Santa Maria della Roccella, fonti storiche


In merito alle tante dissertazioni sui resti di Santa Maria della Roccella, le tesi, per assumere credibilità devono essere suffragate da notizie certe.

Sulla base dei pochi documenti rintracciati, è comunque possibile sviluppare una ricostruzione esplicativa.

Il più antico documento che menziona l’impianto sacro risale al 1094; si tratta di un privilegio del 22 giugno col quale il conte Ruggero concede alcuni beni fondiari all'abate del monastero Hieronimo “Beatae Mariae de Rokella apud Palaepolim”.  E, l’esistenza di resti archeologici nelle vicinanze del tempio rendono verosimili i luoghi citati con l’area romana di Scolacium.
©archivio M.Iannino
In un documento successivo, datato 1096, Ruggero nomina vescovo Giovanni di Niceforo, che cita tra i beni destinati alla diocesi una “abatia Sanctae Mariae de Roccella" e avvalora quello precedente.
Solo nell’atto notarile del 17 febbraio 1469 si apprende che l’edificio è privo di copertura.
Precedentemente, la copertura dell’edificio, in riferimento a quelle costantinopolitane del X secolo, era costituita sui cori da volte a botte terminanti nei semicatini absidali; da volte a crociera senza nervature sul presbitero e sul transetto, mentre sulla navata, un tetto ligneo a vista.

In un’incisione di Chatelet che correda il Voyage pittoresque di Saint-Non vi è la testimonianza visiva dell’insieme della chiesa prima del crollo a seguito del terremoto del 1783.
Nel 1867 l’edificio passa allo Stato; nel 1869 ai privati e oggi è dichiarato monumento storico nel Parco Nazionale Archeologico dello Stato.

Un restauro brutale, a cura di Abatino e Galli, consolidò con muratura gli incassi angolari dei piloni inglobando le colonne marmoree, in corrispondenza dell’arco di accesso all'ultima campata del coro, visibili in una fotografia pubblicata da Bottari. Inoltre, sempre gli architetti in questione crearono in facciata un’apertura ellittica che non esisteva prima del restauro; i tecnici intervennero anche sul basamento absidale, il portale settentrionale e ripresero in più punti la muratura delle cortine.



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