Il gommone è a riva. Davide, l’esperta guida che accompagna
gli escursionisti e impartisce loro lezioni di vela sci nautico windserf e
kitesurfing, indica i posti da occupare e le posizioni da assumere per salire o
scendere. Ultimato il carico di villeggianti, lentamente il motore si avvia e
porta il gommone fuori dal canale nautico segnalato dal cordone di galleggianti
davanti alla spiaggia del porto rhoca beach villaggio club e centro congressi
in Squillace.
Il fondo sabbioso
cede e accoglie nuovi spazi: scogli sommersi che a volte degradano improvvisi
sviluppando fantasie e giochi nelle menti creative. Alcuni vedono fantasmi,
denti di draghi, profili pietrificati dal capriccio di qualche divinità sulle
cui pareti dimorano ricci e mitili che per proteggersi dai predatori umani si
appiattiscono maggiormente alla superficie rocciosa. Qualcuno fa pesca
subacquea, un ragazzino tende la canna da pesca appena comprata.
Il gommone è tra le vasche di Cassiodoro. Davide invita gli
escursionisti a fare un bagno. Il tutto è troppo idilliaco perché risponda
negativamente all’invito. La quiete delle acque è presto rotta dal ribollio dei
tuffi e dagli schiamazzi dei villeggianti.
Alcune superfici sono rese viscide dalle alghe. I ragazzi
giocano come se fossero sullo scivolo mentre i più attempati esortano alla
prudenza. E c’è chi, incuriosito dalla struttura rocciosa chiede chiarimenti.
Qualcuno riesce persino a catturare con le mani un microscopico avannotto che,
dopo averlo mostrato a mo’ di trofeo, gli ridà la libertà.
Si apprende che lì Cassiodoro, ormai in pensione da politico alla corte di Teodorico, nel VI secolo d.c. si dedica alla preghiera e agli studi dei vecchi testi che, grazie al lento lavoro degli amanuensi divulgano la cultura e rimpinguano le biblioteche europee. Cassiodoro studiò il moto delle maree e comprese che quelle vasche, opportunamente curate, potevano essere fonte di sostentamento per la comunità del monastero Vivariense, retto sempre dalla figura carismatica del monaco studioso calabrese, cosicché, dopo piccoli accorgimenti d’ingegneria, gli scogli a forma di vasche divennero allevamenti ittici. Per i monaci eremiti racchiusi in preghiera nelle grotte della scogliera, visibili dal mare, le vasche, quindi, erano una sorta di dispensa fresca e per noi rinfrescanti alvei accoglienti.
© riproduzione vietata
Nessun commento:
Posta un commento
LA PAROLA AI LETTORI.
I commenti sono abilitati per chiunque passa da qui, si sofferma, legge e vuole lasciare un contributo all'autore del post.
ATTENZIONE! Chi commenta i post del blog è responsabile di quanto scrive. Pertanto non è prevista nessuna moderazione o censura ai commenti salvo evidenti illiceità.