Berlusconi aveva chiesto un verdetto agli elettori e loro hanno risposto facendo capire senza tentennamenti cosa vogliono dalla politica.
Secondo il modello politico attuale che divide in destra e sinistra gli schieramenti di governo e in risposta al “referendum” lanciato dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi gli elettori si sono schierati e hanno detto basta al pensiero dominante perché non ha saputo risolvere i problemi reali dei cittadini.
Purtroppo per l’ennesima volta i politici di mestiere hanno fatto passerella e ripetuto il ruolo delle parti senza arrossire. Ancora una volta hanno fatto gli gnorri e espresso il loro pensiero senza curarsi seriamente dell’esito appena uscito dalle urne.
Ancora si gioca tra destra sinistra e un terzo polo ballerino che si schiera una volta a destra e una a sinistra. Senza parlare di Giuliano Ferrara che in maniche di camicia e grosse bretellone rosse ha dispensato preziosi suggerimenti al suo amico Silvio che senz’altro disattenderà o accoglierà come il fumo della sigaretta che bretelle rosse ha acceso al termine del suo trattato strategico di altra politica.
Ma davvero è difficile da decifrare il quasi plebiscito di De Magistris a Napoli, la vittoria di Pisapia a Milano, Zedda a Cagliari, Consolini a Trieste, Vallone a Crotone…
Da nord a sud i cittadini non si sono schierati a destra o sinistra perché estremisti o terroristi e neanche giustizialisti nei confronti di questo o quel personaggio. I cittadini hanno indicato col voto il malessere che deriva dal modello politico in atto con l’unica possibilità democratica a loro favore e in buona sostanza hanno gridato un accorato no ai personaggi insulsi della politica e dell’imprenditoria italiana.
Adesso è il momento della dignità! È il momento degli uomini politici che hanno sbagliato di riabilitare i lati oscuri dei rispettivi mandati e lavorare per i cittadini e non per il “popolo” di questo o quell’altro schieramento.
Se così non è allora Berlusconi deve prendere atto della risposta che gli elettori, specie quelli di Milano, hanno dato ai suoi proclami e lasciare con dignità la guida del Consiglio; o quantomeno cambiare rotta alla sua strategia politica e magari cambiare anche qualche cattivo consigliere.
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