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domenica 27 febbraio 2011

etica e morale, concetti retrò, meglio dire convenienza



Mi accorgo di essere fuori luogo ogni giorno di più. Non che abbia chissà quale educazione ma nella mia mente riaffiora spesso ciò che mi ha inculcato da piccolo la mia famiglia, la società contadina e i salesiani nel periodo degli studi in collegio. Negli anni della mia infanzia si parlava ancora di valori etici e morali; di altruismo, amicizia, amore riscontrabile in azioni e pensieri etici e morali, a volte, esaltati nella letteratura e nelle arti visive.

Oggi non è così! Le guide parlano di convenienza piuttosto che di etica o morale. anzi, alcuni antepongono al discorso che si accingono a fare queste semplici ma efficaci parole: “badate bene: dico convenienza! non etica o morale, è solo una questione di convenienza!”. per cui è facile incontrare il mercante subdolo che invoglia all’acquisto di un’opera d’arte non per il valore artistico e culturale intrinseco ma per l’investimento economico che accrescerà nel tempo il valore del gruzzolo speso. oppure il giurista o il politico impegnato contro la lotta ai mali sociali delle confraternite malavitose che imperniano il potere contrattuale su questioni economiche e lavorative per gli adepti.

Opportunismo! o, convenienza?

Quisquilie, direbbe la buon’anima di Totò de Curtis. i due concetti sono contigui. ma ciò che rimane lontano dal modello di vita dei saggi insegnamenti, i contemporanei lo cercano nell’effimera pragmaticità materialista.

Con ciò non si vuole postulare un elogio all’ipocrisia, giacché è luogo comune pensare che un tempo si predicasse bene ma si agiva malissimo, ma un conto è sapere discernere con cognizione di causa e quindi convintamente il bene dal male all’insegna dell’emancipazione collettiva e l’altro, perseverare negli errori e lasciare intendere che alcune scelte devono essere fatte sempre e comunque per egoismo personale e guadagnare qualcosa.
Si vuole richiamare l’attenzione degli organi preposti alla missione principale educativa dei cittadini, quindi, lo Stato attraverso le istituzioni e le strutture sociali nei diversi gradi educativi scolastici, scuole primarie e università, mestieri, associazioni private, senza dimenticare il ruolo importante della Chiesa e del mondo laico.

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