Più conosco gli uomini e più amo gli animali!
Anche se è una frase usuale e si sente spesso, dal droghiere come in piazza, almeno io, non ho capito a quali tipi di animali si riferiscono, questi signori, e quali amano, se cani, gatti, canarini o pappagalli; se un giorno qualcuno finirà la frase, così, tanto per non lasciare incertezze nella mia piatta esistenza, gliene sarò grato.
Comunque, tutto dipende da cosa ci si aspetta dagli uomini e cosa dagli animali.
Alcuni dicono apertamente: meglio allevare porci, almeno mangi!
Altri pensano al cane come compagno fedele, sempreché non incontra una cagnetta in calore; oppure il gatto perché fa le fusa, gioca ed è indipendente dal padrone che, però, prontamente fa castrare se maschio e sterilizzare se femmina per evitare devianze future al piccolo tesorino.
Discorso diverso per gli uccelli. Loro stanno in gabbia, si accontentano di poco, qualche foglia di lattuga, semini, un po’ d’acqua e quando si deve partire per le vacanze … basta aprire la porticina e, via! Perché gli uccelli sono nati liberi, hanno le ali per volare e non per essere chiusi in gabbie. Il loro habitat è il cielo sconfinato e volano volano, si nutrono di moscerini, si riposano sui balconi, lì, in compagnia del gatto, vecchio compagno annesso alla casa, e se lo cattura, pazienza, vuol dire che il gatto aveva fame.
Ah, ci sono! Forse ho capito a cosa si riferiscono … che sia una metafora adattabile a qualsiasi occasione, che so, a una trasmissione faziosa, un articolo subdolo, una promessa disattesa.
Comunque sia, ecco far capolino tra i denti la fatidica frase, che, pur abituale, prende forma lentamente e appena composta rutila tra la fessura delle labbra strette: più conosco gli uomini e più amo gli animali!
si infatti dipende dal contesto, commentare così è inutile. Certamente non mi aspetto che le bestie salvino il nostro mondo, il quale noi stiamo sicuramente distruggendo.
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