Può una casa a Montecarlo condizionare i lavori istituzionali e governativi di una Repubblica fondata sul lavoro?
Un lavoro che non c’è, peraltro! E che nessuno dei gruppi dirigenti sembra preoccuparsi molto per recuperare posti di lavoro e incentivarne di nuovi.
Non credo che agli italiani interessi molto la vicenda Fini Tulliani. Potrebbe interessare agli iscritti del partito di Fini, dato che la nobildonna proprietaria dell’appartamento lo lasciò in eredità al suo partito, quando ancora si chiamava Alleanza nazionale. Ciononostante c’è da considerare il malcostume e la leggerezza con la quale si gestiscono le cose private e pubbliche giacché date in pasto per mascherare, depistare e volgere il vento a favore del più forte.
In questa vicenda ne usciamo tutti con le ossa rotte!
In primis la stampa, che chissà per quale motivo non ne sapeva nulla fino alla lite Berlusconi Fini. A seguire i parlamentari che si sono incartocciati attorno alla vicenda; i mass media che hanno spulciato con sadica perfidia nelle pieghe recondite dei fatti e noi che abbiamo dato l’opportunità di amplificare un episodio marginale della vita repubblicana e democratica. Persino annozero ha costruito una trasmissione su questi fatti inserendovi la pilloletta dei problemi che stanno vivendo i cantieri navali parastatali di Castellammare di Stabbia.
È ridicolo! Si è persa davvero la bussola.
Pensare che la gente aveva dato fiducia a questi signori perché preoccupati e stanchi della vecchia politica.
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