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giovedì 29 aprile 2010

Nicola Gratteri e Giuseppe Scopelliti sulla lotta alla 'ndrangheta

Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, nel corso della trasmissione “Radio Anch’io” così ha risposto al ministro della Difesa Ignazio La Russa:

“Gli arresti dei latitanti che si susseguono negli ultimi tempi non rappresentano un merito del governo ma delle forze dell’ordine, che però lavorano con grandi sacrifici perché hanno organici insufficienti”.

Per il procuratore Gratteri, il Governo ha fatto due cose importantissime:
il primo, l’abolizione del patteggiamento in appello, che, sempre secondo Gratteri, era uno scandalo ed un regalo alle mafie
e il secondo, la modifica della normativa sul sequestro e la confisca dei beni, resi più facili e feloci.
Il resto dei provvedimenti adottati dall’esecutivo, però, sembrano palliativi. Per il procuratore, “bisogna attuare un’inversione di tendenza perché è da oltre dieci anni che si fanno concorsi nelle forze dell’ordine in numero insufficiente, tanto che non si riesce a coprire i vuoti che si determinano per i pensionamenti. Altro provvedimento inadeguato, sempre evidenziato nella trasmissione da Gratteri, consiste nell’uso dell’esercito contro la criminalità perché “bisogna stabilire, in questo senso, un rapporto qualità-prezzo. Non è possibile, per esempio, pensare di fare intervenire l'esercito anche in zone periferiche a causa dei costi dell’operazione che sarebbero troppo elevati. Non bisogna, inoltre, abolire le intercettazioni telefoniche ed occorre informatizzare il processo per farlo durare di meno e per fare diminuire il potere discrezionale. Si risparmierebbero milioni di euro e non ci sarebbero più abusi in termini di notifiche e di trasmissione di atti”.

Alla trasmissione Rai ha partecipato anche il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, che ha sottolineato la partecipazione giovanile di Reggio e non l’applauso riservato al boss in manette da parte di familiari ed amici. “La vicenda, ha detto il presidente Scopelliti, deve essere letta così come si è presentata. E cioè:
Soltanto pochi familiari del boss erano lì ad applaudire e ad urlare.
È molto facile dare le prime pagine, mettendo in negativo aspetti che, forse, sono molto marginali ma se si considera che la Questura di Reggio è al centro della città, è chiaro che molti erano lì a curiosare, ma ad applaudire e ad urlare erano veramente pochi.
Fa più effetto vedere quella formazione spontanea della sera di circa trecento persone e quella di ieri mattina di giovani con striscioni, studenti universitari che sono andati sotto la Questura a manifestare spontaneamente il loro consenso, il loro plauso alla magistratura reggina che sta facendo uno straordinario lavoro, alle forze dell’ordine, a tutta quella società che è impegnata, ogni giorno, a costruire un percorso nuovo. Queste immagini, a mio avviso, meritano la prima pagina, perché sono il segnale della crescita di una città che vive certo questi momenti di difficoltà, visto la presenza del crimine organizzato, ma che sa reagire ed i segnali di crescita sono evidenti”.