Pagine

venerdì 15 gennaio 2010

disoccupazione e arte dell'arrangiarsi


Strettamente personale.

L’arte dell’arrangiarsi è un’attività umana, praticata nei luoghi in cui vivere alla giornata assurge a filosofia di vita, non perché si è creativi, ma per l’assenza di politiche serie atte a debellare il male sociale più infido per la libertà e l’emancipazione dell'uomo: la mancanza del lavoro retribuito.
Napoli è, per antonomasia, la capitale di quest’antichissima arte; oggi, esportata e attuata ovunque; in Italia e nel resto del mondo.
Laddove esistono larghe fasce sociali che vivono o sono sulla soglia della povertà, a nulla valgono gli incentivi alla rottamazione delle automobili; l’accesso agevolato del mutuo o le variegate campagne abbonamenti. La gente compra la spesa quotidiana confrontando i prezzi scontati e si sposta da un supermercato all’atro pur di far quadrare i pochi conti.
Questo è il quadro della situazione odierna in Italia! Ma ciò non deve indurre in inganno chi non vive nella nostra nazione, perché, è bene ribadirlo, c’è una vasta fascia sociale di finti poveri all’anagrafe tributaria che ostentano ricchezze mai denunciate: macchine costose, abitazioni signorili e tenore di vita da piccolo, medio e grande imprenditore pur risultando disoccupati o dipendenti di qualche ente.
Persino il meccanico sotto sottocasa attua piccoli espedienti: non eroga fattura, vuole l’assegno privo d’intestazione, tenta di rattoppare un pezzo meccanico, poi, contrabbandato all’ignaro cliente per nuovo… ma, arrangiarsi significa sfruttare al massimo le energie e i fattori a disposizione, riciclare, cucinare persino le foglie del cavolo, non sprecare nulla, altrimenti è ladrocinio, disonestà!, e non arte dell'arrangiarsi.

Nessun commento:

Posta un commento

LA PAROLA AI LETTORI.
I commenti sono abilitati per chiunque passa da qui, si sofferma, legge e vuole lasciare un contributo all'autore del post.
ATTENZIONE! Chi commenta i post del blog è responsabile di quanto scrive. Pertanto non è prevista nessuna moderazione o censura ai commenti salvo evidenti illiceità.