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domenica 23 agosto 2009

Sila, mamma Natuzza in preghiera


Man mano che saliamo verso i monti della Sila la temperatura si abbassa, ma nel frattempo, almeno fin quando non saremo prossimi ai castagni di S.Elia o meglio ancora ai faggi di Cutura, si deve ricorrere al sistema refrigerante dell’auto per facilitare il viaggio. 
Sono le 14.
Il boccone buttato giù velocemente rimane sullo stomaco. Sta fermo lì, nello stesso punto da qualche minuto. 
Bevo un sorso d’acqua mentre guido con la speranza che scenda: nulla!

Superato Catanzaro nord, nella periferica Piterà l’aria è decisamente più fresca. Accosto la macchina alla fontana e bevo. Finalmente il boccone va giù.

La vegetazione cambia repentinamente: ulivi, querce, castagni, faggi, pini.

Marinella di Taverna, nello spiazzo circondato dalla collinetta, è allestito l’altare. 

La Santa Messa sarà celebrata alle 17. 
Ai margini della piazzetta i bancarellari di mostaccioli sonnecchiano sotto le tende dei camioncini. 
Il sole è alto. Ci rifuggiamo nel bar.

La gente inizia a prendere posto oltre le transenne. 
Arriva una macchina: lentissimamente appare la figura di una donnina: Natuzza, sorretta dalle figlie, prende posto di fronte l’altare. Il suo volto è sofferente e gli occhi, se pur sereni, esternano stanchezza fisica; fa fatica persino a parlare; sbiascica le preghiere e sono più le volte che le recita dentro di sé. Il suo malore blocca la mia ansia di parlarle: la saluto da lontano e prego per lei.



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