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mercoledì 12 agosto 2009
brigantaggio, mafia, ndrangheta, camorra: miniere x il mercato delle parole
Il fenomeno del brigantaggio, inteso come autotutela romantica dei diritti fondamentali dell’uomo, scaturito dalla ribellione alle angherie delle autorità preposte, avrebbe dovuto cessare di esistere con l’avvento dello stato democratico, la gestione popolare della cosa pubblica e, dato non secondario, dalle azioni delle associazioni politiche e sindacali. Purtroppo, ciò non è avvenuto!
Il brigantaggio storico si trasforma. Penetra nelle associazioni professionali, politiche, culturali e persino religiose. Non si tratta più di un fenomeno di autotutela per la sopravvivenza ma diventa una holding a tutti gli effetti.
La nuova veste imprenditoriale fa sì che gli schieramenti contrapposti in stato e antistato coabitino.
Il malaffare non è un concetto astratto o un esercito armato da combattere; è lo stile di vita dei soggetti con una forte connotazione egoistica, presenti e attivi nella società, cresciuti in situazioni di bisogni egocentrici impellenti. Pronti all’azione buonista, attenti ai quotidiani bisogni dei conoscenti e delle comunità in cui operano. Oculati nella gestione del potere e del malcontento popolare. Anticipano i tempi.
Mafia, ‘ndrangheta, camorra… allo stato attuale delle cose sono pure invenzioni letterarie. Masturbazioni mentali che alimentano un mercato fatto di parole; montagne di pagine sprecate per dimostrare equazioni inutili, se consideriamo la crescita culturale delle “democrazie” in cui gli attori principali recitano.
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