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sabato 25 aprile 2009

scrivere, segnare, graffiare, voglia di esprimersi


Scrivere sulle superfici, è un’attività che si perde nella notte dei tempi e ogni mutazione stilistica è
archivio ©M. Iannino
consequenziale alle esigenze, culturali e sociali di chi compie l’atto espressivo.

Il fare creativo è proposizione che induce alla meditazione. La contemplazione suggerita dai segni grafici si fortifica nel gesto pittorico e apre traguardi inimmaginabili.

Le forme lessicali, se pur “vecchie”, si rinnovano nella sacralità del gesto e ripropongono pensieri veementi altrettanto vecchi quanto il mondo: Amore, Pace, Solidarietà! e non solo.

Quanto è importante la forma?

Per gl’intelletti liberi da posture, la risposta è scontata. Tuttavia, nel mondo variegato dei linguaggi, non è per tutti così. I “gusti” sono condizionati dal sentire intimo collettivo più che individuale. Il singolo è influenzato da fattori relazionabili alla crescita culturale ricevuta dall’ambiente. Esistono varie forme stilistiche espressive dettate dalla sensibilità umana che traducono il sentire intimo in suoni, immagini, concetti, drammatizzazioni; anche nel campo delle arti visive esistono molteplici stilemi linguistici. Il percorso è dettato, dapprima dalle ricerche poetiche che nascono dalla volontà di estrinsecare al massimo il pathos interiore ed in seguito dall’imposizione mercantile.
È ovvio che la fossilizzazione non alberga nelle menti agili e quando ciò avviene è solo per interesse.

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