giovedì 8 settembre 2011

quanto dobbiamo subire ancora?

È penoso vedere quanto accade nel bel paese! La casta si auto riduce dal 50% al 20% il contributo di solidarietà; i parametri si modificano fino all’ultimo minuto per favorire questo o quell’amico e il plafond si sposta da 100mila a 300mila euro per vedere nelle casse dello Stato un esiguo contributo da parte di chi sta benone; la pletora di parlamentari che rimane tutta intera ai posti di comando con relativi benefit e Castelli che tuona contro il Quirinale perché rimane esente dalla manovra insieme alla Corte Costituzionale.
Insomma, la Casta una ne pensa e cento ne fa. Dopo aver votato nella seduta di ieri l'anticipo dell'età pensionabile per le donne e l'inasprimento dell'Iva (che costerà 385 euro in più a famiglia secondo la stima del Codacons), si è auto-scontata l'indennità parlamentare.
Nella quarta e ultima versione della manovra si riduce, e di molto, il prelievo dalle tasche di deputati e senatori.
Il taglio iniziale del 50% sull'indennità parlamentare che supera i 90mila euro si è ridotta, infatti, ad un misero 20%, mentre sarà del 10% il prelievo per i redditi oltre i 90mila euro nella pubblica amministrazione, applicato anche ai dipendenti del Quirinale.

 Alla luce di questi fatti posso urlare la mia indignazione? Lo so, è una sterile quanto infruttuosa esternazione ma in uno Stato democratico almeno questo è consentito, anche se i grandi condottieri continuano ad aggiustarsi le proprie cose infischiandosene del popolo che li ha eletti. Ma il popolo si sa è una massa amorfa che ha bisogno di una guida, un condottiero e a lui sottostà genuflessa. Quanto si dovrà subire ancora prima che il popolo prenda coscienza? Si deve aspettare anche da noi un sommovimento tipo africano affinché lassù qualcuno ragioni e riesca a fermare le idiozie partorite da menti lontane dalle necessità reali delle famiglie? Si sa, la fame è la forza che muove i viventi e li rende ciechi, disposti a tutto pur di continuare nell’autoconservazione della specie.
Già, dimenticavo: loro sono furbi, sanno quando è il momento di dare un diversivo al popolino teledipendente..

ecco la manovra licenziata dal senato

Iva, pensioni e super prelievo. 

Ecco la nuova manovra:

L' imposta sui consumi sale al 21%, contributo del 3% oltre i 300 mila euro. (cosa determina questo tetto di 300mila? perché non abbassarlo a 200 o 100mila?). 

L' aumento graduale dell' età della pensione delle donne a 65 anni scatterà a partire dal 2014. 

Per chi non sale l' Iva: Esclusi dagli aumenti gli alimentari essenziali, editoria, bar, ristoranti, alberghi e ristrutturazioni.

Donne: L' innalzamento dell' età del ritiro per le donne anticipato di 2 anni rispetto all' ipotesi di partenza.

Manette ai superevasori, la soglia dei 3 milioni vale se rappresenta il 30% del fatturato (naturalmente d'oro) e uno sconticino alla casta rispetto a quanto si era detto :

(il contributo di solidarietà per i deputati che oltre all'indennità percepiscono anche un reddito da lavoro dovrebbe essere il doppio di quello dei loro colleghi che svolgono solo il ruolo di parlamentari.) ma pare che si siano ravveduti anche sui piccoli comuni che non saranno tagliati e qualche altra cosina sulle amministrazioni locali. 


martedì 6 settembre 2011

manovra economica iniqua: roba da medio evo

L’ultima manovra finanziaria uscita da palazzo Grazioli è la summa delle voci finora sentite e smentite nei vari notiziari. Niente di nuovo quindi. Anche i mercati e la borsa, oltre a lavoratori, sindacati e opposizioni, sembrano non dare molta fiducia ai provvedimenti che dovrebbero pareggiare il debito nazionale come richiesto dall’Europa. E in ciò gioca un ruolo importante l’aumento dell’iva dell’1%, l’innalzamento a 65 anni di età per il raggiungimento pensionistico delle donne e il ritorno del contributo di solidarietà, però innalzato a 300mila euro di reddito annuo.
Nei fatti, il governo pare voglia mettere la fiducia su una manovra che non mette in moto professionalità e professioni, lavoro dipendente, artigianato, scuola, cultura ecc. ma che attua solo tagli e rinnova balzelli che faranno lievitare la spesa delle famiglie.

L'aumento dell'aliquota al 21% farà aumentare i costi di giocattoli, televisori, auto e moto, abbigliamento e calzature, la fattura (per chi la fa) del parrucchiere e di quei lavoratori autonomi che intervengono per riparare i quotidiani danni casalinghi; aumenteranno caffè, vino e cioccolato con molte voci che riguardano la spesa per la casa; anche i detersivi e persino gli stabilimenti balneari e i pacchetti vacanza. L’incremento dell’iva porta l'Italia in testa alla classifica dei regimi delle aliquote ordinarie praticate dai maggiori Paesi europei: la Germania è al 19,6%, la Francia al 19,6%, la Spagna al 18% e la Gran Bretagna al 20%.
di contro, il governo spera in questo modo di incassare 4 miliardi.
mentre l'equiparazione dell'età per la pensione di vecchiaia tra uomini e donne a 65 anni porterà a regime risparmi per quasi 4 miliardi di euro l'anno.
Dal 2014, anno che andrà a regime la misura dovrebbe apportare un risparmio valutato in 3,9 miliardi e 334 mila donne in più al lavoro rispetto alla normativa attuale. La manovra prevedeva un incremento di un mese per accedere alla pensione nel 2016 per poi crescere negli anni successivi: con l'anticipo alla misura deciso oggi l'aumento dell'età necessaria per la pensione di vecchiaia partirà nel 2014 con la stessa velocità. 

Restano in vigore i tagli agli enti pubblici, a cominciare dalle province (con legge costituzionale), il dimezzamento dei parlamentari e l'articolo 8 sui licenziamenti.

il contributo di solidarietà per i deputati che oltre all'indennità percepiscono anche un reddito da lavoro dovrebbe essere il doppio di quello dei loro colleghi che svolgono solo il ruolo di parlamentari.

Il contributo di solidarietà del 3% sui redditi oltre i 300mila euro l'anno, che dovrebbe riguardare 34mila persone, computa il reddito complessivo fondiario (esclusi i redditi da prima casa), da lavoro dipendente, d’impresa, autonomo, da capitale.

Insomma, solo tagli e nessun incentivo al lavoro e all’occupazione per buona pace del Ministro al lavoro che s’impunta nel mantenere fermo l’articolo 8 per dare mano libera ai predatori del mercato globale così da poter terrorizzare i dipendenti e gestire la produttività secondo criteri di archeologia del lavoro superata dagli accordi sociali che hanno portato l’emancipazione della schiavitù nei luoghi di lavoro e dato dignità al lavoro stesso.

domenica 4 settembre 2011

che paese di mer...

Che paese di mer…avigliose creature l’Italia! Ciononostante tra qualche mese me ne vado anch’io ma non perché mi ha stancato l’Italia o la sua gente credulona ma perché non c’è futuro per i giovani e neanche per i vecchi geniacci che con caparbietà hanno continuato coraggiosamente a calcare le scene con la speranza di far cambiare passo a un teatro arrapato e asservito a quelli che esprimono rabbia e vomitano parole come peti.

Sì, l’Italia è un paese di mer…avigliose fantastiche infinite possibilità! Che consente a chiunque di scorreggiare, scopare, comporre elenchi di amici e nemici, epurare o intossicare, arricchirsi, promettere e non mantenere, curare gli interessi della cricca piuttosto che lavorare per il buon funzionamento del servizio cui si è chiamati a compiere.

L’Italia è il bel paese… di tutto e niente.
L’Italia è il paese dell’accoglienza ma anche dei respingimenti per decreto legge.
L’Italia è il paese che si regge sul lavoro (?), un paese in cui i cittadini (tutti) contribuiscono al bene sociale in sintonia con le proprie possibilità economiche…
Peccato che non tutti sono al corrente di queste e altre belle cose scritte sulla Carta Costituzionale e si sentono fregati da quanti non sono fortunati e perciò portano i capitali all’estero.

venerdì 2 settembre 2011

manovra economica gli italiani confidano in Napolitano

Manovra economica e quadro economico-sociale.

Mai come adesso il transatlantico, così definito da Pasolini il parlamento italiano, si trova a fronteggiare l’oceano in tempesta della cattiva politica fatta di interessi partigiani che non tengono in nessuna considerazione la cultura del già acquisito e il dramma delle nuove povertà composte da larghi strati sociali di cinquantenni messi fuori dal sistema lavoro dalla nuove regole imposte dal mercato globale. Mercato che vede contrapposti culture differenti se consideriamo il lavoro come strumento per l’emancipazione democratica e intellettiva; infatti, il sistema di lavoro imposto nei paesi asiatici è in netta antitesi con la cultura sindacale e industriale occidentale, lo dimostrano i traguardi raggiunti nelle trattative aziendali in cui vediamo sempre al centro delle discussioni l’uomo e le sue necessità, più che materiali, sociali.
Forse si è esagerato un po’ con le richieste, forse. Però, i vertici nazionali oltre che tagliare le spese, devono pensare a rilanciare il lavoro e lo stato sociale dei nuovi disoccupati e dei vecchi che nonostante i contributi versati per più di venti anni si trovano a patire lo smacco della povertà imposta dai cinesi allevati con filosofie di vita differenti rispetto ai nostri.
Per semplificare ecco la scheda di un ultra cinquantenne fuori dal mercato del lavoro:

ETA’: 57 anni SPOSATO CON FIGLI STUDENTI UNIVERSITARI A CARICO.
Anni contributivi versati all’INPS: 28 E, a parte, UNA MIRIADE DI LAVORI ATIPICI SVOLTI  con relative trattenute previdenziali e fiscali.

con un quadro simile è ovvio che la persona in questione dipende dagli umori del mercato e dall’esiguo stipendio della moglie; ma considerando che le persone interessate al fenomeno sono un numero considerevole, come risponderanno ai morsi della fame e alle necessità della carne una volta che avranno esaurito i pochi risparmi e le esigue forze rimaste?

Chissà se i ministri e il governo tutto si pone questi interrogativi mentre è preso dalla frenesia di sparare cazzate un giorno dopo l’altro sulle pensioni, sull’iva e sulle aliquote locali pagate esclusivamente dai soliti contribuenti.

A questo punto, l’unica ancora di salvezza è il Presidente della Repubblica Napolitano! Coraggio Presidente, gli italiani confidano nella tua saggezza. 

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