"natura. ©iannino, 2022" |
Camminava sommessa. Avvolta nel vancale, uno scialle di canapone bruno, la donna, con una ruga profonda simile ad un cretto che stentava a rimarginarsi e ben visibile sul volto affranto, stringeva a sé il bambino che la seguiva controvoglia. Il suo volto segnato dal sole e dal vento, gli stessi elementi che d’estate bruciano la terra e la rendono arida, era lo specchio della sua anima. Il suo volto, ricoperto da un intarsio dalle line frastagliate e profonde, appena appianato sugli zigomi lucenti la rendevano bella nonostante la pelle secca attaccata alle ossa ch’era un dato comune del piccolo centro rurale.
La sua ferita era una sommatoria delle sofferenze accumulate
nel tempo. Bettina, questo il suo nome, era vedova da poco. Il suo uomo le era venuto
a mancare a causa di un tragico destino: stava lavorando ad un argine. Il
torrente che riforniva “a gurna” una
sorta di pozza naturale abbastanza grande da fungere da cisterna dell’acqua
piovana si stava gonfiando e rischiava di rovinare il raccolto mandando al
diavolo le fatiche di entrambi.
C’era ancora del tempo per mettere in sicurezza il terreno
coltivato a bietola tra i filari alberati ma lui decise che era meglio
rinforzare il ciglione per evitare sorprese.
La furia dell’acqua tardava a gonfiare l’alveo, mentre il
vento rafforzava la sua furia. Le raffiche di vento sferzavano gli alberi
sempre con maggiore forza. Il turbine arrivò improvviso. Quasi sradicò l’albero
piantato lungo l’argine del ruscello carsico dov’era l’uomo. Mezzo albero
collassò sotto la furia dell’improvviso uragano e, oscillando paurosamente si
schiantò sull’uomo.
Cicco ebbe lo spirito di rialzarsi. Sembrava che ne fosse
uscito indenne. E fatti due passi sia accasciò al piede dell’albero mutilato.
Era trascorso qualche mese dal tragico incidente e Bettina
aveva dovuto affrontare le cose che erano di pertinenza del marito. Quindi ebbe
a che fare con i braccianti, i mandriani e i carbonai.
Qualcuno azzardò a chiederle la mano. La voleva in sposa ma
lei lo annichilì immediatamente. E quella mattina, all’alba, Bettina da Livina, così era conosciuta
in paese date le tradizionali ascendenze che i figli si portano dietro da una
generazione all’altra, Bettina doveva condurre una trattativa importante e dall’esito
sarebbe dipeso il futuro della famiglia.
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