Biden ha passato il testimone alla sua vice: Kamala Harris. Ora
il mondo democratico può tirare un sospiro di sollievo. Trump avrà pane per i
suoi denti!
Kamala rappresenta il popolo variegato che ha contribuito a fare grande l’America. Ovviamente rappresenta tutti i migranti, italiano compresi.
Nell’immaginario di quanti abbiamo vissuto in tenera età il
dolore delle partenze forzate di familiari e conoscenti indotti a tagliare le
proprie radici dalle necessità e dagli ostacoli che la vita ha imposto, l’America
è la meta, il sogno da realizzare. L’America è libertà, emancipazione dalla tirannia.
E per tirannia intendo, oltre alla psicologica e di bassa politica, quella
cruda, viscerale di quanti non hanno la possibilità di mettere sotto i denti un
pezzo di pane raffermo e di poter curare i malanni suoi e dei familiari. Lì,
negli USA chi è caparbio e studia riesce a realizzare i propri sogni. E Kamala
è una immigrata di talento che non dimentica gli ultimi e quanti non ce l’hanno
fatta a scalare le vette della notorietà e molto più modestamente abitano le
periferie degradate. Nel suo dna c’è empatia congenita verso gli ultimi e non
liscia le paure fomentando violenza. Qualcun altro parla di deportazione di
massa e di confini rafforzati, muri e filo spinato da innalzare per tenere a
bada i disperati in fuga dalla fame.
Anche Trump è un immigrato di lusso. La sua fortuna , anzi
la fortuna accumulata dal nonno che a 16 anni, nel 1885, ha lasciato illegalmente
la Germania per sfuggire al servizio militare emigrando negli Stati Uniti è
stata possibile grazie alla libertà vigente in America.
Trump è sfuggito all’attentato mentre un suo estimatore è
rimasto colpito a morte dal giovane appostato sul tetto. Fatalità che ha tristemente portato all’onore della cronaca l’origine geografica del malcapitato: un paesino del sud Italia, anche lui fuggito dalla Calabria.
Nella spianata i sostenitori inneggianti, quasi tutti con origini
spurie perché scappati dai luoghi d'origine costretti dai bisogni primari cercano il condottiero che sappia tutelarli dalla nuova ondata di
concorrenti. Loro, i primi immigrati che sono riusciti ad inserirsi hanno paura
della concorrenza. Come esorcizzare le paure?
Certo è più facile gridare al lupo! All’invasore
destabilizzante di quel poco potere raggiunto a costo di duri sacrifici. Sì è
facile per chi vuole raggiungere il potere e rimaneggiarlo per scopi
personalistici.
È molto difficile, invece, proporre percorsi impostati sul
mutuo soccorso volto ad aiutare i più deboli. Progetti pensati e sviluppati nel
lungo termine per l’inserimento sostenibile di quelle genti che formano il
popolo variegato dei bisognosi in fuga dalla morte certa.
Vai Kamala! Il mondo guarda fiducioso alla tua, alla nostra “crociata!” contro il nuovo oscurantismo.
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