C’era una volta la fotografia.
La transizione tra analogico e digitale è stata una
mutazione consapevole nei costumi e nelle comunicazioni?
Chi ha una certa età ricorda la macchina fotografica manuale e semiautomatica. Il rituale del rullino, il flash, l’esposizione, il soggetto, lo sviluppo in camera oscura e la stampa.
Per poter osservare una fotografia si doveva aspettare
minimo una settimana e per terminare un rullino anche di più. I fotogrammi si
centellinavano con parsimonia. Si aspettava l’attimo giusto per lo scatto. La distanza.
L’inquadratura. La luce. Catturare un’immagine era come partorire un’opera d’arte.
E non solo, visto i costi che gravavano su chi praticava l’hobby della
fotografia. Persino i flash erano degli optional da comprare a parte.
Le macchine fotografiche manuali erano le più semplici da
utilizzare. E caricato il rullino, spesso in bianco e nero perché costava meno,
superata l’enfasi del primo momento, la parsimonia dettava i soggetti da
catturare attraverso l’otturatore, con quale luce, in controluce per giocare
con le tonalità di grigi che gli esperti riuscivano a catturare esponendo ed emulsionando il negativo in
camera oscura. E persino fare più scatti sullo stesso fotogramma per evocare
luoghi e persone.
Artigianalità e tecnica. Erano concetti conosciuti dai bravi
fotografi dilettanti, amatoriali o professionali.
La digitalizzazione delle immagini ha sopperito alle lacune
tecniche con l’autofocus, il bilanciamento del bianco e dei colori e delle
infinite pignolerie che i più esigenti mettevano in conto prima di fare uno
scatto.
Fare un album fotografico era un impegno che richiedeva
mestiere e creatività. Tempo e passione! E taanti soldini.
Oggi non c’è più la necessità di corredarsi di una buona
macchina fotografica per catturare gli attimi fuggenti. Tutti, indistintamente,
catturiamo ogni attimo. Immortaliamo anche il superfluo: cibo, paesaggi,
animali, curiosità… insomma lasciamo che l’effimero faccia parte della nostra
esistenza. L’inquinamento visivo per immagini è un dato di fatto! È gratis! E con un po' di fortuna e una piccola claque si può essere famosi almeno per un attimo
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