Per la sinistra e Landini non c'è futuro.
Bisognerebbe che facessero una disamina del tempo perduto. Anzi, come amavano dire un tempo dovrebbero fare una “autoanalisi” e andare davvero alla ricerca del tempo perduto. Dovrebbero fare un atto d'accusa alle politiche regresse, a quando andavano a braccetto con i “padroni” e gestivano insieme al “nemico capitalista” le sorti delle aziende e facevano in modo che aumentasse il divario sociale ed economico tra maestranze e quadri dirigenziali. È da lì che devono ripartire Maurizio Landini e la Elly Schlein.
Quel modello si è dimostrato un fallimento per le classi sociali deboli e la realtà lo testimonia con le politiche adottate dai manager che hanno delocalizzato le aziende aiutate moltissime volte dallo Stato italiano.
Il risanamento di Stato ha funzionato per mantenere sul mercato i marchi italiani ma ha lasciato in tela di braghe i lavoratori.
Sarebbe idilliaco assistere all'equità salariale e non sentire più parlare o avere bisogno di sussidi sociali.
È in parte vero, come dice Meloni, che sono le aziende e gli industriali insieme alle maestranze a creare lavoro e benessere. Ma se un dirigente d'azienda guadagna in un mese il doppio di quanto guadagna un'operaia in un anno significa che qualcosa non funziona!
Equità sociale significa dignità per tutti! Per chi ha trovato un impiego e per le migliaia di giovani che ancora non hanno accesso al mondo del lavoro.
Dignità per gli esodati abbandonati dallo Stato durante il governo Monti. Cultura del rispetto per il diritto alla Vita. Inclusione! Accettazione. Accoglienza! Emancipazione dalle schiavitù. Tutti concetti che la sinistra ha dimenticato lungo la strada... ecco da dove partire. E basta con la burla dello sciopero generale! Basta con i litigi e la dialettica roboante. Serve solo un buon lavoro di squadra serio epurato dai personalismi. E mettersi al servizio della collettività.
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