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martedì 1 marzo 2022

Fuck Putin, una nuova etichetta per la libertà

 


La violenza da qualunque parte si genera o è generata fa sempre e comunque male. I suoi effetti si diffondono anche laddove esistono schermi e barriere alzate per l'autodifesa nazionale.

La guerra coinvolge tutti! Non solo i luoghi interessati e fatti oggetto e teatro di battaglie.

La lotta per la sopravvivenza, ovvero le strategie adottate per sfuggire ai soprusi o molto più banalmente nelle normali relazioni di ogni giorno fanno parte della dote genetica degli organismi viventi.

In natura vige la legge del più forte ma la ragione differenzia la brutalità bestiale primordiale dell'essere. Cioè, il pensiero si fa evoluzione e stimola il progresso per il bene sociale e spinge la specie umana a migliorarsi.

Insomma: questo uomo che dovrebbe governare la vita è invece il fautore della distruzione e si fa morte!

Nessuno, se non solo nei racconti horror e fantascientifici, avrebbe creduto possibile un attacco armato, quantomeno viste le prerogative storiche e le potenzialità di distruzione delle armi in possesso delle grandi potenze.

Oggi le guerre sono di altra natura. Che fanno comunque vittime. Affamano. Soggiogano. E condizionano il mondo intero.

Le guerre sono strumenti dell'uomo debole di pensiero! Lecite? No! Decisamente no! Ma comunque esistono. Sono generate da alcuni fattori elementari che alla base hanno una forte componente individualistica permeata di egoismo.

La bramosia di dominio, l'onnipotenza edonistica genera mostri. 

Putin è uno di questi?

Di sicuro la sua politica non fa una bella impressione visto quanto sta accadendo in Ucraina. Non è una questione di eleganza. Né tantomeno una bella pagina politica

Questa guerra è vista, letta e documentata in diretta in tutto il mondo per quello che è!, e nulla, neppure i tentativi di depistaggio delle fake news riescono a sublimarne gli effetti invasivi del dittatore di turno.

I social media hanno trovato nuovo interesse. Documentano le volontà di assediati e invasori.

Enfatizzano prese di posizioni. e si schierano.

Retorica a parte, il popolo ucraino sta reagendo con decisione allo strapotere di Putin.

Le immagini fanno vedere in tv e sui social come i cittadini contrastano l'invasione.

Azioni semplici come la costruzione artigianale di bombe molotov. Bottiglie incendiare che non spaventano i giganti blindati inviati da Putin per assediare mortificare l'Ucraina ma che possono fare malissimo all'ego espansionista del despota e dei suoi oligarchi fiancheggiatori.

Fuck Putin! Con questa etichetta una fabbrica di birra contribuisce alla resistenza. Converte in armi le risorse industriali e, anziché birra, riempie con benzina le bottiglie e le dà al popolo. Sarà la nuova etichetta per la libertà? di sicuro le parole neppure se scurrili servono in uno scontro. è la forza, la determinazione delle intenzioni in campo che determinano e sovvertono i propositi

Il mondo intero guarda terrorizzato a questo impensabile teatro di guerra in cui le parole sembrano inutili.

La non violenza, la preghiera, il digiuno suggerito da Francesco non sembra dare nell'immediato alcun conforto né sortire a effetti positivi. 

60 km di blindati sono in marcia verso Kiew dove c'è già paura e morte mentre i mandanti stanno al sicuro e imprecano, forse, quando apprendono della rivolta degli hacker. L'attacco hacker non è contro il popolo russo ma alla dissennatezza degli oligarchi guerrafondai.

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