L'imbarbarimento è totale!
Tocca ogni settore sociale. Non solo la politica.
Basta aprire una qualsiasi piazza virtuale per rendersene conto. Le frasi di contrapposizione eleganti non si contano e i francesismi abbondano. Si estrapolano parole dal contesto che esprime ben altro allo scopo di smerdare gli avversari.
In Calabria e a Catanzaro nello specifico ci si conosce bene o male tutti. Più male che bene perché le considerazioni sono sempre di parte e strumentalmente tendono a delegittimare chiunque pensi che sia nel campo avverso.
Capita spesso di esternare analisi in totale buona fede, con la sola intenzione di apportare una visione differente ma costruttiva del problema o de problemi. Ineluttabilmente le parole dette sono fraintese volutamente. E con una buona dose di cattiveria sono sovvertite.
In pochi analizzano e cercano la verità. L'essenza del concetto esternato con l'intenzione di proporre in positivo un evento sociale.
È questione di cultura non di retorica spicciola. Strumentalmente si decontestualizzano i concetti per svilire e annientare l'altro. È una sorta di tiro al piccione. Un passatempo vile!
Non ho mai stimato l'ideologia autoritaria e xenofoba e di conseguenza neanche chi la persegue. Come non ho mai pensato che la società debba essere “salvata” dagli eroi.
Non dico di odiare qualcuno perché è uno stato d'animo che non mi appartiene: quando reputo qualcuno indegno della mia attenzione lo ignoro! Inutile perdere tempo e parole. Eppure di parole se ne fanno tantissime. Sembra che sia diventato il passatempo preferito. Non diamo la colpa al governo, all'antigoverno, al vicino o al migrante. Non è un questione di pelle. Siamo Tutti camaleonti. Miseramente camaleontici anche quando le malefatte personali sono peggiori di chi sta di fronte o di chi è nell'occhio del ciclone.
Dovremmo fermarci un momento. Riflettere. Prima di pubblicare e inondare d'odio i social.
È Natale. Tra qualche settimana è Natale. Non per retorica ma per convezioni facciamo che il Natale sia in noi. Sempre.
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