20 e 21 settembre siamo chiamati a decidere alcuni aspetti della democrazia. In alcune regioni e comuni si vota per eleggere le rappresentanze popolari e in tutta Italia si decide se ridimensionare il numero di deputati e senatori della Repubblica.
Le considerazioni da fare sarebbero lunghe e articolate, cosa impossibile da buttare su una pagina del blog.
L'analisi che dovremmo fare tutti è semplice:
a) serve delegare in ogni ordine e grado sociale persone che sono espressione di partiti e clan vari senza una adeguata e attenta presenza dei deleganti?
b) davvero la democrazia è in pericolo se si riducono i numeri degli onorevoli?
Beh, allo stato dei fatti e visto l'enorme pressapochismo dei rappresentati istituzionali che ci rappresentano nei vari gradi e uffici preposti dalla e per la democrazia, la risposta sarebbe univoca e assoluta. Ma voglio spezzare ancora una lancia nei confronti dei “rappresentanti” per rispetto dei ministeri in cui siedono e per rispetto della democrazia.
Non guardo nei loro cv per sapere se hanno lauree o onorificenze, queste possono essere regalate e comprate.
Non pretendo da loro freddi calcoli per risanare conti pubblici e casse previdenziali, anzi li escludo categoricamente!
Gradirei, piuttosto, che avessero un cuore collegato al cervello, che dicessero meno cazzate per accalappiare cani randagi del pensiero utilitaristico personale.
Vorrei non vedere più gente di merda che urla contro l'altro additandolo come il nemico e la peste sociale da debellare.
Mi farebbe piacere vedere un'assise di persone per bene che prima di badare alla propria pancia vedesse i bisogni degli altri. E non cercare sempre uno capro espiatorio per giustificare le proprie meschinità anche davanti all'inqualificabile azione arraffatrice di fondi pubblici destinati al welfare.
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