I commenti sui risultati elettorali del 4 marzo 2018 erano prevedibili anche a chi è lontano dalle strategie politiche dei partiti.
Volano due schieramenti erroneamente
definiti populisti mentre quelli blasonati e stantii crollano.
Non si può parlare e mettere in un
cantuccio l'esito minimizzandone la portata sociale quando i partiti
storici, per i cittadini comuni che hanno contribuito al loro crollo,
sono stati lontani dai problemi quotidiani di quanti campano alla
giornata.
La mossa di Grasso & Boldrini
non ha ottenuto gli effetti sperati.
Non sono riusciti a catturare
l'attenzione e la fiducia della sinistra che non si sentiva
rappresentata da Renzi e compagni pur superando lo scoglio del
3% resta un movimento amorfo privo di personalità e programma. Il
solo taglio delle tasse universitarie non è stato sufficiente ne
cataclisma sociale in cui annaspano le famiglie.
Renzi ha sbagliato. Ha insistito
e nel suo fare ha portato alla disfatta il pd con operazioni ritenute
lontane da pensiero dalla sinistra italiana.
Berlusconi ha rivinto con la
coalizione dei partiti di destra. Salvini ha ottenuto un certo
successo ma no so se la sua tracotanza potrà essere smaltita nel
prossimo governo.
Al di là delle parole, la legge
Fornero non può essere eliminata. Le finanze non lo
consentono. I dati e le cifre fornite dall'INPS parlano chiaro.
Comunque, secondo i dati usciti dalle
urne, Di Maio dovrebbe essere investito dal presidente
Mattarella per formare il governo. Con chi? A questo punto,
data l'apertura dei 5stelle, la patata bollente passa in mano della
coalizione di sinistra se non si vuol tornare alle urne ma con una
legge diversa. Il rosatellum è stato progettato per garantire
l'ingovernabilità in caso di vittoria dei 5stelle.
Questo allo stato attuale dei fatti.
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