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lunedì 22 gennaio 2018

Politica e bisogni

Crash. Qualcosa si è rotto!

Gli equilibri mondiali sono mutati. Le grandi potenze non garantiscono più, se mai l'avessero potuto garantire, la pace. Dalla guerra armata, all'atomica e alle guerre fredde portate avanti a colpi di valute e azzardi giochi di borse.
A ben guardare lo scacchiere ci si accorge che gli allarmismi non sono del tutto infondati. Persino Papa Francesco teme il pericolo dell'atomica.
Certo, fino a quando ci lasciamo afferrare dalle possibili ricchezze condite di chiacchiere che le rendono possibili a chiunque ognuno corre per sé.

Da noi, in Italia, si sono aperte le danze delle menzogne. Tutti i concorrenti politici, nessuno escluso, promette ciò che il gregge vuole sentirsi dire. Chi paga le tasse allo Stato vorrebbe una personale ricetta con relativo sconto e chi paga quelle per lo studio non disdegnerebbe l'esonero completo o parziale delle tasse scolastiche universitarie. Come dare torto a chi crede nel diritto allo studio previsto anche nella Costituzione? E come non compenetrarsi in chi paga più del dovuto?

Qualcosa si è rotto: CRASH! E non solo in Italia.
Il più grande Stato ha conosciuto il morso del contraddittorio sociale. Gli uni contro gli altri contestano decisionismi autoritari. Erezioni di barriere architettoniche. Estradizioni. Divieti.

Le trombe squillano; avvertono che il sogno americano è in pericolo. La libertà è in pericolo! I bisogni sempre più stringenti dei popoli stanno per esplodere con rabbia. Esprimono con forza voglia di giustizia e uguaglianza sociale. Perché la ricchezza dei pochi è quasi sempre un furto ai danni dei più.
Poveri e affamati chiedono con dignità la spartizione equa e solidale.
È giusto dare un contributo concreto, veramente sentito. Quanto per i popoli ricchi è un surplus economico e alimentare per chi muore di stenti e fame è vita!

“Il cardinale Gualtiero Bassetti vede il futuro dell'Italia all'insegna di tre verbi: «Ricostruire la speranza, ricucire il Paese, pacificare la società». E in vista delle prossime elezioni indica le priorità - lavoro, famiglia, giovani, - chiede partecipazione alle urne «con senso di responsabilità nei confronti della comunità nazionale», e ricorda che è «immorale» lanciare promesse che già si sa di non riuscire a mantenere o speculare sulle paure della gente.”

Crash. Anche i America.
A quasi un anno esatto dall’inizio del mandato di Donald Trump, il governo degli Stati Uniti d’America è ufficialmente in crisi. Il Senato non ha trovato la quadra per l’approvazione della legge per rifinanziare le spese governative. E nonostante i tentativi del Congresso tutte le attività “non essenziali” del governo sono state interrotte. Lo saranno fino a quando Repubblicani e Democratici non troveranno una soluzione per alimentare di nuovo il budget governativo. Questo significa che 700mila dipendenti pubblici rimarranno a casa! Persone assunte dal governo che non potranno lavorare perché manca, di fatto, la copertura finanziaria per pagarli. Di questi, spiccano i 370.000 (pari al 50%) dell’agenzia federale della Difesa, 41.600 dell’agenzia Health and Human Services (55%) e i 56mila (pari all’80%) del Dipartimento “Intern”, che ha in mano la gestione e la conservazione della maggior parte delle risorse naturali del Paese. Oltre ai 1056 dell’Ufficio del Presidente che rimarranno a casa, a fronte dei 659 considerati invece “essenziali”. Parchi nazionali, zoo e musei gestiti da agenzie governative – quindi i principali – saranno chiusi. Così come gli uffici che elargiscono i permessi per il possesso delle armi.
Democratici e repubblicani s'incolpano vicendevolmente e nel frattempo il gioco allontana la gente comune e quanti dipendono dai fondi stanziati dal Congresso dalla politica.

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