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mercoledì 6 dicembre 2017

Soldi pubblici ai partiti e peculato

Che pensare quando una inquisita che tra l'altro è accusata di avere speso soldi pubblici per scopi privati dice con piglio di sfida: “questa è una partita che ha tre tempi. Per adesso anno vinto il primo!”.

L'ex sottosegretaria alla cultura è condannata a 4 anni per peculato! E non si tratta di noccioline! La cifra che pare avrebbe speso non per scopi istituzionali destinati ai gruppi del consiglio regionale della Sardegna si aggira, secondo gli inquirenti, attorno a 81 mila euro.

Qualcuno le ha definite spese pazze! Ma più pazzi siamo noi elettori che concediamo a gente simile di gestire la cosa pubblica secondo visioni personalissime. Gente che si arroga il diritto di pensare secondo schemi che lasciano fuori dal contesto sociale i “nemici”.

Chi è questa signora? Ecco una breve biografia politica:
negli anni '80 milita nel PCI, poi continua la militanza nel PDS; DS e infine PD.

Nel 2005 è eletta sindaco di Sorgono. Dal 2004 al 2013 è anche consigliere regionale della Sardegna. Nel 2009 subentra a Crocetta nel parlamento europeo. E nel 2013 vince le primarie coi colori del PD in Sardegna quale candidata alla presidenza della regione. Ma è costretta a ritirarsi perché scoppia il caso rimborsopoli. Tra il 2006 e il 2009 effettua spese pari a 30mila euro ma non presenta le pezze giustificative dei rimborsi chilometrici. Il PD fa pressioni affinchè ritiri la sua candidatura.

Però nel febbraio del 2014 è nominata sottosegretario alla cultura, ministero guidato da Dario Franceschini. Governo Renzi.
Renzi e la Boschi la difendono contro chi la voleva fuori, ribadendo che l'avviso di garanzia non deve essere considerato una condanna definitiva.
È costretta a dimettersi nel 2015 promettendo, però, che sarebbe uscita a testa alta dalle accuse di peculato.

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