Non conosco il signor Giulio
Carpentieri e se quello che riportano i giornali in questi giorni
è vero c'è bisogno di chiarezza.
Il presidente della regione Calabria
Mario Oliverio deve bloccare la nomina di questo signore ormai
in pensione ma ripescato dalla politica nonostante i trascorsi e
l'arrampicata sociale poco chiara non perché inviso ai giornalisti
che danno notizia della offuscata personalità di un burocrate ma
semplicemente perché in netta contraddizione con quanto Mario
Oliverio ha detto e sta facendo per rilanciare la Calabria. Vedi enti
in house, epurazioni e defenestramenti, che, in assenza di spiegazioni plausibili e convincenti, risultano privi di senso critico e
pratico.
E ci si chiede: perché se da una parte c'è la ferma volontà di
bloccare l'azione di Pasqulino Ruberto, in altri ambiti si soprassiede a
quella che è la carta d'identità del nuovo corso regionale nell'assegnazione dei poteri?
Veniamo ai fatti.
Nel corso della verifica delle
procedure attivate da Fondazione Calabria Etica, oggetto di
una valutazione congiunta tra Commissario Straordinario della
Fondazione e Dipartimento n.6 Sviluppo Economico e Lavoro della
Regione Calabria in data 26/3/2015, è emerso in modo inconfutabile
che alcuni di tali Progetti attivati, e precisamente 4 Progetti per
un importo totale di quasi 7 milioni di euro, erano del tutto privi
di formale atto di affidamento e di finanziamento a favore della
Fondazione Calabria Etica e che su tali Progetti erano però stati
contrattualizzati circa 260 operatori con contratti di
collaborazione professionale.
Da qui l'avvio delle necessarie procedure da parte del Commissario Straordinario in autotutela sui circa 260 contratti stipulati irregolarmente in carenza di copertura finanziaria e di convenzione, non sussistendo alcun atto amministrativo formale di affidamento, e non, per come affermato in Conferenza Stampa dall'ex-Presidente Pasqualino Ruberto, per "cavilli burocratici della convenzione".
Senza entrare nel merito delle procedure di selezione del personale che sarà oggetto di successiva valutazione a conclusione del lavoro della Commissione d'inchiesta, le assunzioni a tempo determinato fatte da Ruperto sono illegittime e perciò annullate. Questa la conclusione nuda e cruda della commissione.
Insomma, regole e trasparenza, alla base delle azioni di governo nell'era Oliverio.
E se con Calabria etica si adotta la fermezza, conseguenza vorrebbe che anche altrove si adottasse il pugno di ferro.
Ma, ai riuniti di Reggio Calabria, si vive una storia che proietta la Calabria ai confini della fantapolitica.
Perché ricorrere, per tornare al quesito iniziale, ai servigi di Carpentieri? Che tra l'altro pare abbia fatto un'ascesa fulminante nella carriera pubblica, impensabile per un lavoratore assunto con la qualifica di muratore?
Che poi, alla luce degli eventi catanzaresi dell'altra sera, al Politeama, è ambigua la definizione “muratore” gettata lì dal cronista.
In ogni modo, a scanso di equivoci, è meglio per Oliverio sfatare il concetto che “certe "professionalità" servono sempre e vengono richiamate in servizio anche quando sono comodamente a riposo grazie alle pensioni dorate, ma anche per sfatare e dare fiducia ai moltissimi che non hanno santi in paradiso che il fattore nepotismo ha inciso, ma non più, in regione, in barba a ogni meritocrazia e a ogni selezione.
Perchè l'assioma che fa il giornalista della carta stampata è la seguente: “il politico Mario Oliverio mette in sella il politico Frank Benedetto (consigliere comunale del Pd nell'era scopellitiana) e tutti e due ripescano il muratore Giulio Carpentieri, quello che, a leggere l'ispezione del Mef, avrebbe incassato «importi illegittimamente erogati, nel triennio 2008-2010, che ammontano a oltre 289mila euro».”
Lo stesso Carpentieri al quale Sergio Rizzo riserva un ampio richiamo in prima pagina sul Corriere della Sera del 12 agosto 2010.
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