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venerdì 27 febbraio 2015

De Gaetano, Lanzetta e l'antimafia

Dalla vicenda sul caso “de Gaetano” sollevato dalla Lanzetta l'ex ministra ne esce con qualche “ammaccatura”.
Scorrendo un articolo apparso sul Corriere della Calabria del 26 febbraio "caso Lanzetta, è scontro in antimafia" appare chiaro l'intento, un po' macchinoso, non si capisce ancora da parte di chi, di avere sollevato un polverone inutile e dannoso per il rilancio politico e culturale della Calabria.
Nino de Gaetano


Zero fatti concreti e tantissime “supposizioni” che lasciate andare sulle ali del vento popolare e mediatico si gonfiano all'inverosimile di umori e personalismi.

A proposito di personalismi, dal punto di vista personale dico subito che non conosco De Gaetano e non nutro simpatie o antipatie nei suoi confronti. Esprimo solo un'analisi della vicenda da calabrese che vive nella sua terra d'origine.

Da calabrese, come dice spesso Nicola Gratteri, conosco un po' flora e fauna e so per certo che spesso gli amici, i conoscenti e i parenti non te li scegli. Sei nato/a qui! E a volte capita, in certe realtà, che è naturale abitare, vivere o conoscere gente di differente estrazione culturale e antropologica rispetto alla tua, o a quella che avresti voluto, realtà interiore.
Persone che saluti e ti salutano. Che votano anche. Visto che hanno personalità giuridica, diritti e doveri quali l'esercizio del voto.

Ma veniamo all'articolo in questione che invito a leggere integralmente anche se lo stralcio che segue lascia presupporre con chiarezza il clima dell'incontro tra la Lanzetta e i commissari dell'antimafia:

"caso De Gaetano". Per Maria Carmela Lanzetta la presenza in giunta di Nino De Gaetano - per le note vicende che lo collegano a un'indagine su ipotesi di voto di scambio avendo goduto, su intercessione del suo defunto suocero, del presunto appoggio politico del clan Tegano - toglie credibilità al Pd davanti ai calabresi. Ben per questo lei non ha accettato la nomina ad assessore regionale fattale da Mario Oliverio.
E si va allo scontro con Enza Bruno Bossio: «Sai che ti sono stata personalmente vicina ma esistono in questo Paese tre distinti poteri e non penso che il potere politico possa essere condizionato da un'informativa di reato, ben altro sarebbe, ovviamente, una sentenza dell'autorità giudiziaria e comunque stai dicendo cose per le quali immagino che Nino De Gaetano intenderà querelarti...».
Energica difesa di Maria Carmela Lanzetta: «Non vedo come dovrebbe querelarmi... io non lo accuso di nulla, né sostengo che lui si sia rivolto alla 'ndrangheta per essere eletto. Faccio una valutazione politica». Magorno sbotta nuovamente: «Ma che c'entrano le valutazioni politiche... La Commissione ha tutto l'interesse ad acquisire qualsiasi elemento sulla vicenda ma che siano elementi, fatti, non valutazioni ...».
E qui cala il sipario su una vicenda che pare essere nata solo per dare ragione a Ennio Flaiano quando commentava: « ...La situazione è grave ma non è seria».



Che dire? Se non che la Calabria non ha bisogno di queste sceneggiate?

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