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mercoledì 19 marzo 2014

Catanzaro the end la favola è finita



La guerra delle opinioni è scoppiata. Politici, cittadini, giornalisti quasi tutti indignati gridano allo scandalo. La giunta Abramo soggioga la Città. Catanzaro è sotto ricatto. Assessori padroni decidono sui destini dei residenti.
Abusi di potere. Lottizzazioni. Decisioni per favorire parenti, amici e anche elettori fedeli sulla  scia del surreale Cetto La Qualunque per vincere un posto di lavoro nel comune o avere appalti, multe cancellate e servigi sessuali gratis forti dell’incarico politico ricoperto.
Gli strali maggiori arrivano dalla cosiddetta sinistra e dagli addetti alle notizie sulla carta stampata che postano link sui social per diramare e far conoscere al mondo intero l’orgia del malaffare calabrese come se fosse scoppiata di colpo, all’improvviso, senza nessuna avvisaglia.
Idem per quanto concerne le cene e i banchetti non pagati dagli uomini illustri che siedono negli scranni alti del consiglio regionale.
margine qualcuno ricorda le dimissioni frettolose e poco chiare del sindaco Michele Traversa presentate alla città dopo soli sette mesi dalla sua elezione. Si disse di tutto in merito alla resa di Michele Traversa e i catanzaresi, la maggior parte, come al solito prontissimi a sentenziare e coprirlo di epiteti perché qualcuno aveva fatto trapelare fattori convincenti  e cioè che le dimissioni erano il frutto di una scelta personale per non perdere il vitalizio da deputato e altre baggianate. 

Insomma, se quanto scritto sui media risulta a verità, le storie catanzaresi sono di una pochezza intellettuale unica che "sporcano" tutti, per primo l'opposizione che non ha saputo vigilare e denunciare anzitempo il malaffare! Perché se il popolino ha dalla sua parte l’alibi dell’ignoranza e basa i giudizi sui mal di pancia immediati, i dirigenti politici, sindacali e quanti si dicono uomini e donne di cultura non possono gridare adesso allo scandalo, dopo che "il solito magistrato" eroe di turno e la digos hanno indagato e palesato il marcio nelle istituzioni. Troppo comodo!

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