courtesy M. Iannino, "sottovuoto" 2013 |
Rivedi il copione Beppe!
Lo so. Se non c'è almeno un vaffanculo o una proposta che evidenzia la rabbia e l'impotenza della maggioranza, la maggioranza non segue. E questo vale sui social network, nei mass media oltre che in politica.
Per non parlare dei tagli degli
stipendi ai manager. O le invettive contro i politici.
Insomma basta essere contro qualcuno o
qualcosa per mietere consensi dalla massa.
Appunto la massa! Ma la massa dov'era
fino ad ora? Ha qualche colpa, oppure è così smemorata da non
ricordare i numerosi “me ne fotto” sussurrati o gridati nell'era
delle vacche grasse?
Per essere onesti e sinceri, Grillo
anche nei tempi passati faceva questo tipo di satira. I suoi
spettacoli erano conditi di fatti e misfatti della politica
spicciola. Quella politica che governava il quotidiano e che
consentiva di vivere a chiunque. Ma eravamo in un teatro o in una
piazza e la risata era liberatoria. E comunque c'era ancora il lavoro
e i soldi degli stipendi nelle tasche.
Non c'erano ancora le riforme della
Fornero, (la modifica alla legge 18 che ha dato carta bianca ai
licenziamenti) e i dipendenti, specialmente quelli che lavoravano
nelle fabbriche, erano tutelati dallo statuto dei lavoratori. Insomma
le tutele giuridiche della massa non erano ancora state stracciate e
umiliate dai tecnocrati e le persone, i Cittadini, avevano ancora
barlumi residuali di cittadinanza repubblicana.
È ovvio che in un clima simile chi
grida e sbraita contro il sistema e manda affanculo tutti diventa di
sicuro un capopopolo.
Certamente non dicono: “hai sbagliato
a votare me”.
Non ci sono dubbi, Grillo è stato
tenace! Ha continuato negli anni a fare spettacoli denunciando cose
note in Italia e anche altrove. Ha portato in scena lo stesso copione
della politica arraffona.
Ed ora? Ora che è riuscito a
trasformare gli spettacoli in rappresentanza politica che fa?
Continua a fare inconcludenti spettacoli. Scappa e si nasconde perché
sa che i giornalisti gli corrono dietro e per lui questa cosa è
fonte di enorme visibilità.
È una pubblicità gratuita!, che,
anche se non aiuta chi ha dato fiducia al teatrante e ai suoi
soldatini di piombo schierati contro le Istituzioni e sordi alle
esigenze di chi davvero soffre la fame, a lui personalmente gli torna
utile. Fino a quando? Dipende dalla rabbia di chi ancora gli dà
ascolto.
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