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martedì 6 novembre 2012

Le seduzioni dell'arte

Mario Iannino, 2007, a scuola di seduzione
C'è un universo abitato da più categorie di persone che lascia spazi a gestualità inusuali per la maggioranza della popolazione mondiale.
Un universo composto da persone che amano la creatività e giocano con la forma, la materia e il segno, si struggono, (non nel senso drammatico del termine ma attraverso ricerche, studi e tentativi empirici) per estrinsecarla in chiave artistica secondo il proprio sentire.
Non sono stregoni; geni, super uomini unti dal Signore o nate col dono di "sapere creare e comporre poetiche".
Sono persone comuni, attente alla vita, che assimilano e decontestualizzano fatti ambientali e umani: fattori che, rivisitati, assumono forme poetiche inusuali, a volte definite, a pieno titolo, “opere d'arte”. Ma non sempre è così.

Esistono correnti di pensiero, spesso, agli antipodi. C'è chi si strugge per la firma sulla tela a dipinto finito. Il bel dipinto lisciato. Il lavoro tematico da portare a termine: Pittura. Scrittura. Grafismi. Scultura. Videoarte. Ecc. ecc.

In breve: è un mondo particolare, e chi è fuori non lo può comprendere. Immaginare, forse! Ma non potrà avvicinarsi mai alla verità. Quella verità esplicativa dei giochi di potere, delle lotte intestine per raggiungere una fetta di mercato. Uno spazietto, una seggiola, un trespolo.
E, una volta raggiunto l'obiettivo mantenerlo e consolidarlo. Come? Basta leggere le cronache dei fogli con la dicitura “Art” seguita da qualche altra frase per rendersi conto del gioco d'azzardo nascosto dietro operazioni discutibilissime.

È il mercato! Obbietterà qualche ingenuo (o scaltro?) osservatore. D'altronde, i cocchieri dei tempi moderni sono riusciti a svezzarci: Televisione, giornali e media hanno educato e spinto all'abuso espressivo. Azioni (performance) esagerate condite di non senso assurgono agli onori delle cronache purché suscitino nelle masse reazioni emotive forti.

Ma l'arte non ha bisogno di vittime o eroi per parlare alle menti. Queste le lascia ai regimi totalitari.
La cultura non immola esseri viventi per dimostrare equazioni vincenti. Non c'è bisogno di essere animalisti per rispettare tutte le forme di vita esistenti.
L'artista, l'operatore culturale non si serve delle vite altrui per dialogare col mondo. Gode della loro visione, ne coglie la grazia, i colori, le movenze, il battito d'ali, i sospiri, i miagolii.

Buona vita a tutti.

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