le false guerre della politica italiana
La politica, intesa così, come ci è stata presentata negli anni, è una brutta bestia!
Un tempo c'erano i “buoni e i
cattivi” schierati in campi avversi, tipo don Camillo e Peppone in
rappresentanza della chiesa, quindi la democrazia cristiana, e i
lavoratori che mischiavano la fatica all'ideologia con la speranza di
un futuro migliore. In mezzo c'erano e ci sono i politicanti di
mestiere sempre attenti a mischiare le carte e a non farci capire
niente di come stanno veramente le cose. E mentre nel governo
nazionale una strana coalizione appoggia il governo tecnico Monti, in
Calabria si litiga e si grida allo scandalo se uno dell'opposizione
collabora col governo regionale.
È il caso scoppiato durante
l'assemblea dei circoli a Lamezia, che vede Alfredo d'Attorre, il
commissario pd calabrese con delega di mettere a posto lo sgangherato
partito e i suoi dirigenti in loco, proteso a bacchettare chi
collabora col presidente Scopelliti, dietro nomine o altro, per lo
meno questo sembra di capire. Ma ripeto, noi del volgo non conosciamo
mai i fatti per come si sono svolti o si svolgono veramente. Ma
sentiamo cosa dice d'Attorre alla fine di una lunga e appassionata
relazione all'assemblea dei circoli: «chi sta nel Pd non dà
suggerimenti a Scopelliti, né prende incarichi da lui». E anche se
non fa riferimenti specifici, tanto basta per innescare la reazione
di Enza Bruno Bossio: «Fai i nomi, adesso».
E D'attorre replica: «Sei troppo
intelligente per non capirlo. I giornali li leggi pure tu».
Che si riferisca al marito della Bruno
Bossio, il consigliere regionale Nicola Adamo?, che in queste ultime
settimane si è fatto notare per una serie di “aperture” e tra
queste, su tutte la questione Sorical, a favore del centrodestra che
governa la Regione?
Però, continuo a non capire, perché
la relazione di D'Attorre mescola temi nazionali e locali. E mentre
dice che il governo Monti «va sostenuto senza far mancare i nostri
contributi», per le primarie che dovranno designare il nuovo
candidato premier per il centrosinistra, si dovrà tener conto
dell'atto di coraggio di bersani per la prospettiva di costruire un
asse con l'Udc. L'UDC?
Ecco, in questo caso non è un accordo
di potere ma un patto costituente per cambiare l'assetto
istituzionale del nostro Paese! Sempre secondo le motivazioni del
commissario pd che ribadisce al Pd calabrese di “Aprirsi alle
forze migliori della società”. Allora questo significa che … o
no?
Ma il bello deve ancora dirlo e cioè
che:
La fase due del partito passa
attraverso alcune priorità: «Unità che non vuol dire unanimismo;
unità come condizione per il rinnovamento generazionale; autonomia
come capacità di autogovernarsi».
Mah non c'ho capito un cazzo!
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