Le contraddizioni di facebook.
L'iniziale intuizione di Mark
Zuckerberger e dei suoi amici di college di mettere in rete qualcosa
che tenesse in contatto gli studenti di Harvard si è evoluta ed ora
raggiunge un numero di utenti secondo solo a google. È quotato in
borsa!
Inutile fare ricerche e analisi
sociologiche per spiegare il successo della piattaforma, la lasciamo
agli esperti. Però, da utente, mi sembra una presa per il culo la
restrizione larvata di legge sulla privacy. Senza dubbio qualche
utente non vuole essere disturbato dagli sconosciuti ed è giusto che
i gestori del social tutelino la privacy anche perché da queste
attenzioni provengono i guadagni stratosferici che hanno imposto
facebook nel marketing mondiale. Ma la socializzazione, appunto, dove
la mettiamo?
Come spiegare altrimenti quegli account doppi e tripli che si pavoneggiano nel conteggiare migliaia di "amici"?
Non è certamente paragonabile allo stalking una
richiesta d'amicizia che presuppone interessi comuni tra
sconosciuti.
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