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lunedì 2 aprile 2012

lavoro e disoccupazione secondo Giuliano Ferrara

aore12blog
giuliano ferrara "radio londra"
Stamattina, in merito al problema lavoro dei giovani italiani, il notiziario della radio evidenziava che un ragazzo su tre è a spasso!
E gli altri due che fanno? Stanno seduti? Si girano i pollici? Lavorano perché meritevoli?

È tutto il giorno che me lo chiedo.
Finalmente Giuliano Ferrara ha tenuto la sua consueta lezioncina in prima serata RAI ed ha spiegato cosa sta succedendo in Italia. Parla di occupazioni consone, statistiche, numeri, lavori accettati o schifati dagli italiani, flusso delle immigrazioni.
Dice anche dei pochi “cervelli che emigrano” che lo fanno per continuare le ricerche e gli studi ma nel complesso c'è una sorta di apatia nei giovani che li tiene inchiodati alle famiglie perché protetti.
La sua esternazione ricorda le esternazioni gratuite dei “bamboccioni” politici, buoni solo a tirare la carretta dei propri affari salvo poi addormentarsi in Aula e svegliarsi per sbiascicare “no non c'è crisi. Nessun problema, noi non siamo la Grecia. Da noi i ristoranti sono pieni...”

Insomma, nel suo suadente monologo, il buon Giuliano afferma che il mercato del lavoro interno è statico; non c'è più quella migrazione interna di qualche tempo addietro nonostante al nord ci siano più possibilità di lavoro rispetto al sud, e bla bla bla.

E mentre il teorico Ferrara disquisiva su dati e motivazioni scorrevano immagini di raccoglitori di agrumi. Gli stessi che dopo 10, 12 ore di lavoro riescono a intascare 20, 25 miseri €.

Ma come? Si è gridato allo scandalo! No allo sfruttamento! No al risveglio dello sfruttamento latifondista e adesso si tenta di far passare il messaggio subliminale del lavoro a qualsiasi costo?

È facile pontificare seduti in una botte girevole specialmente se pagati profumatamente ed è semplicissimo analizzare disfunzioni sociali quando questi non riguardano gli analisti perché figli di qualche dio maggiore.

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