Questa volta
la Fornero non ha convinto appieno sulla questione “lavoro e art. 18”. anche se, da un certo punto di vista, le motivazioni date a Fabio Fazio durante l'intervista in “che tempo che fa”, specificatamente nella parte riguardante la flessibilità del mercato del lavoro e quindi la relativa riflessione sulla mobilità intesa come stimolo per nuovi impegni e accrescimento dei bagagli culturali specie delle nuove generazioni, potrebbe essere condivisa, appare una divagazione intellettualoide nella concretezza quotidiana avvalorata dall'assenza totale del lavoro in quanto “impegno civile remunerato in armonia con i dettami della Carta Costituzionale”.
Preoccupa l'esperienza regressa della formula “mobilità” contrattata dalle parti sociali sindacato-politica-confindustria-inps tranne che dai lavoratori che si sono visti defraudati della professionalità acquisita e costretti a svolgere le nuove mansioni imposte dalle agenzie per mantenere l'assegno economico maturato dopo anni di lavoro in barba alle enunciazioni politiche.
Di fatto qualsiasi proposta, se privata delle fondamenta per sorreggere e sviluppare nuove forme di attività remunerate dignitosamente, è aria fritta! Si salverà qualche patrimonio ma porterà alla deriva la dignità dei cittadini e del welfare e si calpesterà la Costituzione Italiana.
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