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giovedì 9 febbraio 2012

Alfonso Luigi Marra, scrittore atipico

Nella sua unicità, l'uomo, è foriero di verità assolute. Verità che cerca di divulgare nei modi più consoni alla sua cultura.
In questi giorni ho avuto modo di leggere “Il labirinto femminile” e “La storia di Giovanni e Margherita”; libri scritti da Alfonso Luigi Marra, avvocato di origini calabresi (San Giovanni in Fiore, Cs) residente a Napoli dove esercita l'attività forense.
Di lui si ricorda lo spot con Ruby nel periodo in cui la ragazza fu ai primi posti della ribalta scandalistica collegata all'allora premier Silvio Berlusconi. Ma A.L.M. non è uno che ama il gossip; ha sfruttato il momento mediatico per rendere incisiva l'uscita di un suo libro (i creativi che si occupano di pubblicità sfruttano appieno il filone scandalistico).
Gli scritti di Alfonso Luigi Marra trattano analisi di un vissuto sociale intimo, personalissimo, nel quale l'avvocato scrittore trasfonde pensieri poetici, problematiche quotidiane correlate al mondo dell'alta finanza. Non sono libri di narrativa e neanche di saggistica e tanto meno documenti storici. È la visione di una realtà, tutto sommato fittizia, improntata, per quanto concerne la sfera privata, su convinzioni che, l'autore stesso, chiarisce con estrema lucidità. Quindi, rapporti con l'altro, la compagna, moglie, il diverso da lui, i collaboratori e la società. Società guidata dal potere economico dell'alta finanza; quindi operazioni assurde che affamano la maggioranza dei popoli per arricchire una ristretta lobby.
Il lettore potrà condividere oppure no le analisi sugli argomenti trattati; ma a prescindere dalle considerazioni personali, senz'altro maturerà qualche interrogativo in più sul ruolo di ognuno e sulle istituzioni che condizionano la società.

1 commento:

  1. Comunicato stampa

    Leggi l'analisi di Alfonso Luigi Marra delle sconvolgenti sentenze n. 1305/2009, della Corte di Appello Roma, e n. 25999/2010, della Cassazione a Sezioni Unite, con le quali, dando così la stura a un ben più vasto e profondo '92, si afferma, in modo definitivo:

    -che la DC storica esiste a tutt'oggi perché non è mai stata sciolta;

    -che il suo enorme patrimonio, tra cui 585 immobili, molti di grande valore, è stato illegittimamente venduto (per cui va recuperato, una volta verificato a chi è stato venduto e a quali condizioni);

    -che né il CDU né il PPI né Sandri né Pizza né altri hanno diritto a usarne il nome o il simbolo né possono esserne eredi o continuatori giacché essa non si è mai estinta.

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