Non è con la violenza che si evitano gli atti vandalici né si eliminano le rabbiosità accumulate. Il disagio, specie quello giovanile deve essere trasformato in proposta e la classe politica dovrebbe essere accorta specie in frangenti come quelli romani. È vero, le forze dell’ordine hanno subito gravi danni durante la manifestazione degli indignati ma non è reintroducendo la legge Reale che si migliora la società.
La società si migliora ascoltando i bisogni della gente, ed è proprio quello che la classe politica non fa! Non è il momento, questo, di rigirare il coltello nella piaga; piuttosto ricordiamo cosa la legge invocata da te presuppone:
Approvata il 22 maggio 1975, in un periodo in cui il Paese è insanguinato dalla violenza degli estremisti di destra e di sinistra, la legge Reale - dal nome del suo principale redattore, il ministro della Giustizia Oronzo Reale - fornisce disposizioni a tutela dell'ordine pubblico. Accresce notevolmente i poteri e le immunità delle forze dell'ordine. In particolare, l'articolo 14 amplia i casi in cui è legittimo l'uso delle armi da parte della polizia. Esso autorizza l'agente a sparare non solo "quando vi è costretto dalla necessità di respingere una violenza o di vincere una resistenza all'autorità", ma più specificatamente "per impedire delitti di strage, naufragio, disastro aviatorio, disastro ferroviario, omicidio volontario, rapina a mano armata, sequestro di persona", come oggi è previsto dall'articolo 53 del codice penale.
Solo questo stralcio fa venire i brividi se si pensa ai tanti innocenti morti per paura o eccesso di difesa. Le forze dell’ordine non sono persone sanguinarie che devono far rispettare la legge col terrore. È la politica che deve ascoltare e sapersi interfacciare specialmente con i giovani, i disagiati, i contestatori. Sì, perché la contestazione ha sempre radici profonde e nutrono le menti sensibili con tutto ciò che è antisociale.
Siamo in piena crisi! Siate voi, politici lungimiranti! sappiate prospettare visioni positive.
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