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sabato 9 luglio 2011

lodo mondadori e reazioni

È un'Italia ridicola e perdente quella che si schiera contro la sentenza sul lodo Mondadori. È assurdo vedere Ministri della Repubblica alzare il dito accusatore contro la Corte d'Appello milanese adducendo persecuzioni e motivi politici nei confronti del Premier Silvio Berlusconi.
L'opinione pubblica, fatta da gente comune che sta ai fatti divulgati dai mass media, dopo vent'anni di tribunale e relative sentenze, legge come assurde le contrapposizioni degli alti dirigenti dello Stato che alzano i toni dello scontro tra le parti, infervorano gli animi e aizzano contro un ipotetico uso distorto delle leggi l'elettorato e i simpatizzanti pdl. Tra l'altro, gioca a sfavore dei La Russa e di tutto il PdL, la furbata inserita di soppiatto nel ddl sulla recente manovra economica, per altro subito intercettata e annullata dal Colle, che metteva al riparo mediaset dalla maximulta venuta fuori dalla sentenza, immediatamente bollata come salva mediaset.
Marina Berlusconi ha gridato allo scandalo e alla volontà persecutoria di certa magistratura nei confronti del padre. E fin qui ci potrebbe anche stare, visti i legami affettivi e l'interesse economico che la sentenza lede. Non è ammissibile, dal punto di vista logico e democratico, l'alzata di scudi del popolo della libertà, ridotto ad una setta piuttosto che ad un movimento politico votato alla salvaguardia delle libertà di tutti i cittadini.
In sostanza, a conclusione del processo civile di secondo grado sul cosiddetto lodo mondadori, la Corte d'Appello ha stabilito che la fininvest, azienda della famiglia Berlusconi deve risarcire alla cir di carlo De Benedetti circa 560 milioni di euro a parziale riforma della sentenza di primo grado, dell'ottobre 2009, cui il Tribunale civile aveva fissato in 750 milioni di euro.


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