Stesso tatticismo stesse facce in politica. Questo il nuovo che avanza. Gregari di ben noti personaggi politici che gestiscono i destini degli uomini e della terra occupano le platee di oratori che mettono la faccia per dare credito e consolidare castelli strapieni di demagogia inconcludente. Anche in Calabria è così! il giovane Salvatore Scalzo è tallonato da vicino da uno stuolo di facce note per avere ricoperto incarichi istituzionali e non fin dalla prima repubblica quando a far la voce del padrone era la DC. Gente incartapecorita che continua a governare la società nei modi consacrati dalla politica, che parla di legalità, lavoro, diritti, cultura, emancipazione e inserimento delle classi meno ambienti, solo per incantare i creduloni e mantenere il potere.
Come spiegare altrimenti la soppressione della Consulta per la legalità dallo statuto regionale calabrese ad opera della giunta Loiero?
La notizia, appresa stamane dall'editoriale di Paolo Pollichieni direttore del Corriere della Calabria, lascia sconcerto e amarezza proprio perché la sinistra, paladina di tutte le battaglie legali e sociali, depenna, forse inconsapevolmente, un ottimo strumento di legalità dai meccanismi regionali.
Ma niente paura! Di contro la commissione sulla legalità attuale ha dato fondo ai fondi per comprare chiodi, martelli e targhe da consumare sui portoni dei comuni calabresi per sentenziare un monito da brivido: qui la mafia non entra! E per gli 'ndranghetisti che non sanno leggere? Niente paura. Per loro un bel disegnino col divieto di accesso alle coppole con la lupara.
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