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giovedì 3 marzo 2011

la televisione, appendice del potere che parla alla pancia dei popoli

I segni infuocano la ragione. La grafia può sopire; esaltare; mitigare, innescare emozioni. La parola è un’arma!

Nell’era dei mass media virtuali, la realtà si mescola ai mondi paralleli dei singoli. E se fino a qualche decennio addietro, i sogni erano custoditi gelosamente nei cassetti della mente, adesso trovano spazi virtuali su misura.
Alcuni guardano quanto accade nel mondo e confondono la realtà divulgata dalle immagini e dalle parole dei notiziari con le immagini delle realtà fittizie costruite per sfuggire alla crudezza terrena che riveste alcuni.

I mass media hanno portato libertà, emancipazioni e suggerito rivoluzioni culturali impossibili anche laddove la vita di tutti i giorni è resa difficile da ragioni connesse al clima sociale e dalla geopolitica dell’area limitrofa al paese, teatro e platea di destini contigui.

La diplomazia è determinante. Può provocare scontri sanguinari o pacifiche manifestazioni di piazza. E l’esito finale dipende dai leader.
È la leadership a decidere le politiche del lavoro e sociali; sono le parole, i gesti, gli strumenti visibili esternati in maniera da ottenere quanto prefissato che i mass media ripetono ossessivamente.

Di fatto, l’informazione, impartita male diventa un’arma incontrollabile che droga le menti; e il suo eccesso destabilizzante ottiene come effetto finale la formazione d’innumerevoli eserciti composti di persone ignoranti e arroganti. Il disinformato ripete, convito: l’ho sentito alla televisione, l’ha detto la televisione.

I condottieri incollati alla sella del loro cavallo ne sono coscienti; loro conoscono benissimo il potere pervasivo dei mezzi di comunicazione di massa. Non a caso si affidano alla televisione e conquistano spazi da gestire in piena autonomia che non significa sempre democrazia o par condicio.

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