A chi serve il killeraggio mediatico?
Dopo la polemica sorta attorno alla vicenda “Marcegaglia” che, pare, abbia svelato un'altra birichinata dei dipendenti de “il giornale”, molte sono le prese di posizione.
C’è chi grida allo scandalo e chi invita alla calma. Chi reputa incivile l’intervento della magistratura e i metodi investigativi adottati per smascherare vessazioni, malaffare, monellerie, e chi si schiera a favore delle intercettazioni telefoniche.
Gli attori principali della vicenda, chiamati a chiarire alcuni aspetti, hanno negato ogni addebito. Feltri ha detto di non sapere nulla, che non stava facendo niente perché non gl’interessava la Marcegaglia. Sallusti è caduto dalle nuvole e Porro si è incazzato e ha preteso la pubblicazione di tutta la conversazione perché secondo lui era solo uno scherzo.
Nel frattempo,
“Il Giornale” annuncia: domani uscirà un dossier su Emma Marcegaglia.
Quattro pagine sul presidente di Confindustria!
Allora non era uno scherzo! O forse sì. Uno scherzo come quello fatto al direttore Boffo che gli è costato le dimissioni da direttore dell’avvenire o il tormentone sulla casa del cognato di Fini condotto con metodi poco ortodossi che ha deviato le attenzioni dell’opinione pubblica su cose futili per intimorire Fini.
Sono garantista e non mi piacciono i veleni gettati addosso a chiunque. Destra o sinistra intese come forme di potere politico non esistono nel mio lessico. Esiste ed è curata bene la pianta della ragione che induce a scavare a fondo nelle vicende discordanti specie se intaccano l’onorabilità delle persone e delle istituzioni democratiche. Detto ciò, auspico una bella ventata d’aria nuova. Che pulisca le menti e induca tutti a lavorare per il bene comune prima che sia troppo tardi. E se qualcuno è a conoscenza di fatti o faccende poco chiare che possano danneggiare la collettività le metta a disposizione degli organi preposti piuttosto che usarle come arma di ricatto.
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