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domenica 3 ottobre 2010

Belpietro come Montanelli?

“Tutto potevo immaginarmi tranne trovarmi qualcuno fuori dalla porta di casa mia. L’idea che ci fosse qualcuno sull’uscio di casa non è molto tranquillizzante. Sembrano gli anni di piombo: siamo tornati alle aggressioni ai giornalisti”. Queste le parole del giornalista al tg1. ma neanche io, e questa è una mia pecca, potevo immaginare che Belpietro fosse così pericoloso per le organizzazioni criminali da essere posto sotto scorta.

Naturalmente, tutta la solidarietà a Belpietro, sempre che il fatto sia vero, perché d’acchito, stando a quanto divulgato dai media, si riscontrano diverse anomalie che hanno dato esilaranti spunti a scanzonati utenti di social net. ripassando le notizie, come se non bastasse, salta fuori che un attentato analogo, capitato sempre al solito agente Alessandro N. quando proteggeva il procuratore Gerardo D’Ambrosio, pare che non abbia convinto neanche il Procuratore stesso, visto che anche allora, Alessandro N. è stato il solo e unico testimone.

Premesso che simili azioni vanno denunciate e isolate non a parole ma nei fatti, con comportamenti ed esternazioni pacate specialmente dai personaggi che occupano i mezzi di comunicazione di massa, c’è da chiedersi: a chi fa comodo quest’atmosfera di guerriglia che ricorda la guerra fredda tra usa e urss?
Fino a qualche anno addietro, lo ricordo per i più giovani, il mondo era diviso politicamente tra queste due superpotenze che, per portare avanti i rispettivi disegni economici, politici, culturali, diramavano attraverso i servizi segreti notizie che tenevano in fibrillazione l’opinione pubblica; ma oggi, nell’era della seconda repubblica, quindi con una classe dirigente politica nuova (?) perché rispolverare vecchie strategie della tensione anziché lavorare per un mondo migliore mediante la divulgazione di notizie pacate ma vere, non faziose, che non reggano il moccolo a questo o quel politico?

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