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mercoledì 24 febbraio 2010

L'Aquila, Basta! mai più!



La natura ha detto basta!
Le parole dei saltimbanchi non possono fermare il suo sfogo. L’acqua scende a valle. La terra in Calabria e in Sicilia è liquefatta. Si è sciolta sotto il peso della stupidità umana. Stupidità e arroganza cementate dall'avidità di faccendieri senza scrupoli sotto gli occhi esterrefatti degli innocenti.
Innocenti, perché ignari delle iniquità perpetrate da quanti avrebbero dovuto sovrintendere al bene comune e non l’hanno fatto! Iniquità che prende il nome di collusione, scambi di favori, ammiccamenti.

Faccendieri sciacalli.
Imprenditori famelici, che spartiscono dividendi tra le alte cariche aziendali mentre aprono la via della cassa integrazione per migliaia di famiglie italiane nel momento più tragico per la stabilità economica e sociale del nostro paese.

Politici e dirigenti che pensano di sbalordire l’opinione pubblica con le grandi parate o le esposizione di roboanti proclami; personaggi indegni di ricoprire incarichi pubblici perché usano accuse e falsità come armi di autodifesa per sopperire all'iniquità e condire demagogicamente la mistificazione di fatti e misfatti di quanti ronzano attorno al potere.

Di fatto, a L’Aquila, i cittadini hanno appeso le chiavi delle loro abitazioni sulle transenne del centro storico in segno di protesta per la mancata ricostruzione e per dire basta alle passerelle dei politici che non riescono a trovare soluzioni idonee e che nascondono l’evidenza dei fatti con parole puerili: siamo i più bravi siamo i più belli abbiamo fatto… noi siamo gli unici… deteniamo il primato mondiale…

Nessuno mette in dubbio le buone volontà del governo, ma queste devono sortire ad azioni concrete e funzionali per i cittadini disagiati parcheggiati lontani dalle loro radici.

Nessun’accusa alla Protezione Civile ma l’opinione pubblica rimane stupita davanti a operazioni inusuali attuate per la tutela dei beni che un padre di famiglia qualsiasi avrebbe effettuato col minor dispendio e col massimo vantaggio per sé e la sua famiglia e non l’opposto; tanto per ricordare i costi inutili di certe strutture messe in sicurezza o la realizzazione di alcuni costosissimi quanto inutili prefabbricati; operazioni che, se valutati con umiltà e lungimiranza, sarebbero sortiti a ben altri risultati, positivi.

È l’arroganza del potere che induce alla violenza decisionale e verbale; a chiudere gli occhi, zittire la ragione e quanti dissentono; oppure imporre scelte strategiche sociali, politiche, territoriali, perché chi comanda, si sente infallibile.
Tutto ciò è democraticamente accettabile e giusto?…

A volte, la giostra mediatica sembra fermarsi davanti alla strada principale della fiaba dei vanesi, laddove sfila l’imperatore per mostrare il “vestito nuovo” al popolo.
E, al solito, i bambini presenti, guardandolo con occhi puri, si accorgono che: il re è nudo!