martedì 4 gennaio 2011

spazio Artisti in Calabria, Giuseppe Celi

aore12
giuseppe celi

Erano gli anni ’70. e animati dalla passione giovanile per l’arte, ma anche per la politica, ci s’incontrava spesso in centro, su Corso Mazzini, a Catanzaro, per dirigere, poi, nella bottega dei fratelli Verduci, corniciai e galleristi. Lì, si parlava di arte, ci si confrontava e ci si prendeva in giro, spesso scompaginando i piani commerciali dei fratelli corniciai. All’epoca, i Verduci gestivano la galleria d'arte “il pozzo” un locale situato su Corso Mazzini, di fronte la galleria “Mattia Preti” di palazzo Fazzari e lì esponevamo i nostri lavori.
Giuseppe Celi, Pino per gli amici, era e rimane un simpatico burlone, sempre allegro e con la battuta pronta riusciva a mettere allegria ovunque. E, nel ’78, entrando a visitare la mia personale nella galleria “il pozzo”, dopo avere goduto della visione dei lavori esclamò: “Va beh, sei bravo!, ma quando la smetti cu ‘sti dijiuneddhi?”. Erano una serie di olii stilizzati. Lavori di ricerca segnica più che cromatica, nei quali padroneggiava il verde e il blu.

enzo toraldo
Nel ’79 Gigi Verduci convola a nozze con Maria e la bomboniera consiste in una cartellina con dentro due litografie dei pittori Enzo Toraldo e Giuseppe Celi.
Enzo, esegue il tema del tempo: per lui era il periodo delle carrozze e dei cappelli, dei lampioni e delle donnine solitarie, in attesa davanti a un bicchiere al bar. quasi a sottolineare la sua di solitudine, placata da qualche whisky. il suo modo d’essere indusse la gente ad appellarlo col nomignolo de “il pittore triste” perché, esteriormente così si mostrava agli estranei ma con gli amici, anche Enzo era un burlone, buono e simpatico.
Pino Celi, era attratto formalmente dalle baracche del porto di Catanzaro Lido, dalle barche a riposo e dai pescatori intenti a rammendare reti o trasportare il pescato.
Pino aveva una buona mano ed eccelleva nel disegno. Il suo lavoro artistico rispecchia appieno la sua personalità. Preciso e curato nella persona; meticoloso nella costruzione dei piani visivi, lascia riaffiorare lieve la figura fino a intersecarsi con la materia e il colore. Immagini evanescenti, narrano momenti quasi esoterici di mondi personalizzati e personalizzanti che inducono all’oblio, alla poetica del sogno narrante di chi ha viaggiato a lungo nella terra della visione onirica e dei tempi. Pino Celi narra con la figurazione di terre lontane e le rende tangibili con cromie che sprigionano odori d’oriente in territorio familiare. Numeri. Segni. Figure. Volti. Timbri. Trasformano le tele 100x100 in fotogrammi da leggere in sequenza che, se miniaturizzate, possono affrancare epistole, lettere colme di poetiche narranti.



G. Celi, 2010, Pro-Fili - Tecnica mista - 
tela allacciata su telaio-cm 100x100 



(dal sito ufficiale di G. Celi)

GIUSEPPE CELI, nato a Catanzaro, inizia i suoi studi presso il Liceo Artistico di Reggio Calabria e li conclude a Catanzaro dove frequenterà successivamente la Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia di Belle Arti. La sua formazione si è via via arricchita di nuove esperienze frequentando i Corsi Internazionali di Litografia presso l’Istituto di Belle Arti di Urbino e i Corsi di Calcografia Sperimentale “Goetz” presso la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia. È in quegli anni che inizia il sodalizio con Renzo Biasion, maestro che lo influenzerà più in senso etico che stilistico, trasmettendogli il proprio modo di concepire l’arte nel suo rapporto con la vita. Dal 1974 al 1982 ha insegnato al liceo artistico di Catanzaro e Cosenza e dal 1982 insegna Arte e Immagine nelle Scuole Inferiori di Primo Grado. Agli inizi del 2000 abbandona il figurativo tradizionale a favore dei linguaggi contemporanei dell’arte, esprimendosi in una pittura di tendenza postmoderna. Artista poliedrico, spinge le sue ricerche oltre che nel settore delle arti figurative (pittura, scultura e grafica), anche nel campo della fotografia digitale e del design. Particolarmente attento ai linguaggi dei mezzi di comunicazione di massa.
Effettua pregevoli irruzioni in diverse espressioni d’arte (Pop Art, Espressionismo Astratto, Arte Povera, Informale materico). Significative, originali e innovative sono state fin qui le intuizioni che hanno connotato il suo lavoro; così come ostinata è la sua determinazione nel perseguire un’indipendenza all’interno del contesto artistico italiano. Irrequieto rispetto ai ritmi canonici dell’attività artistica (vernissage, scadenze, ecc.), cerca rifugio nei suoi sempre più frequenti viaggi all’estero. Non partecipa alla vita mondana e ama essere un invisibile che coerentemente e intenzionalmente risulti assente anche dalle pubbliche manifestazioni.

tradizioni, fantasie e verità


I maestri della disinformazione sono riusciti a rendere concrete le paure collettive e trasformare in male le tradizioni popolari, vale a dire, tutte quelle azioni rituali tramandate nei secoli di generazione in generazione.

Da scaltri imbonitori, hanno sovvertito valori e ruoli a favore dei propri tornaconti. Cosicché, la madrina o il padrino delle unghie, ruolo atavico conferito alla persona di famiglia più amata (nonno, nonna, ma anche zii, zie e qualche fraterna conoscenza amicale) che taglia per la prima volta le unghie al neonato (per esempio, in Sicilia si usa mettere in mano al neonato una banconota di grosso taglio per augurare ricchezza e prosperità), secondo una certa letteratura si trasforma in capocosca rionale. Insomma, è come dire che il topino dei denti è la parte oscura della vita che circuisce i giovani e compra per pochi spiccioli l’infanzia. Ma chi non ricorda con nostalgia di avere creduto alla befana, a babbo natale e persino ai personaggi delle favole e al suo mondo magico?

È vero! alcune associazioni malavitose pescano nelle tradizioni per rendere inscindibili giuramenti e affiliazioni ma da questo ad accomunare le tradizioni sane alla malavita organizzata ce ne vuole davvero di scaltrezza. chi è in malafede non si preoccupa per niente; per lui è importante mungere la mammella gonfia di latte (altra espressione popolare che indica una fonte opulenta di guadagno) fin tanto che è possibile.

E, se da un lato, teoricamente, la possibilità d’espressione, rende più forte la democrazia, dall’altro, se non autodisciplinata dal rispetto per l’altro, il disinformato o l’ignorante, regredisce e s’imbarbarisce nelle menzogne delle persone che lui ritiene sagge in virtù di una propaganda strutturata all’accrescimento dell’ego e del benessere dei cosiddetti “dotti” o dottori della comunicazione faziosa.

domenica 2 gennaio 2011

Catanzaro, la fontana di corvo

aore12

Iniziamo dalle piccole cose.


I maestri della disinformazione sono riusciti a rendere concrete le paure collettive e trasformare in male le tradizioni popolari, vale a dire, tutte quelle azioni rituali tramandate nei secoli di generazione in generazione. Da scaltri imbonitori, hanno sovvertito valori e ruoli a favore dei propri tornaconti. Cosicché, la madrina o il padrino delle unghie, ruolo atavico conferito alla persona di famiglia più amata (nonno, nonna, ma anche zii, zie e qualche fraterna conoscenza amicale) che taglia per la prima volta le unghie al neonato (per esempio, in Sicilia si usa mettere in mano al neonato una banconota di grosso taglio per augurare ricchezza e prosperità), secondo una certa letteratura si trasforma in capocosca rionale. Insomma, è come dire che il topino dei denti è la parte oscura della vita che circuisce i giovani e compra per pochi spiccioli l’infanzia. Ma chi non ricorda con nostalgia di avere creduto alla befana, a babbo natale e persino ai personaggi delle favole e al suo mondo magico?

È vero! alcune associazioni malavitose pescano nelle tradizioni per rendere inscindibili giuramenti e affiliazioni ma da questo ad accomunare le tradizioni sane alla malavita organizzata ce ne vuole davvero di scaltrezza. chi è in malafede non si preoccupa per niente; per lui è importante mungere la mammella gonfia di latte (altra espressione popolare che indica una fonte opulenta di guadagno) fin tanto che è possibile.

E, se da un lato, teoricamente, la possibilità d’espressione, rende più forte la democrazia, dall’altro, se non autodisciplinata dal rispetto per l’altro, il disinformato o l’ignorante, regredisce e s’imbarbarisce nelle menzogne delle persone che lui ritiene sagge in virtù di una propaganda strutturata all’accrescimento dell’ego e del benessere dei cosiddetti “dotti” o dottori della comunicazione faziosa.

Cosimo Allera


 Lo scultore Cosimo Allera ha aderito alla nostra iniziativa "artisti in calabria". Riceviamo e pubblichiamo.



L’eleganza sottile della forma (di Paolo Levi,Torino 4 febbraio 2008,)

Senza forzature critiche, la ricerca espressiva di Cosimo Allera rientra assai bene nel filone della ricerca plastica che ha fatto grande il secolo scorso. Egli affronta le problematiche dell’esistenza in una ricerca figurativa, dove forma e contenuto non vanno disgiunti. Manipolatore sapiente del ferro e dell’ottone, crea figure umane che trasmettono un senso drammatico e solitario della vita. L’universo portato alla ribalta da questo scultore è sempre giocato in chiave verticale: le sue alte sagome sottilmente ritagliate esprimono un’incomparabile eleganza, pari a quella di un Giacometti o di un Ceroli. Si tratta di un mondo arcano dove ogni evento si svolge con tutta naturalezza, malgrado la difficoltà di svelarne il mistero, attraverso un processo di rielaborazione della forma - L’urlo del guerriero quanto La leggerezza dell’essere ne sono preziosa testimonianza - che ha caratteristiche, a mio avviso, notturne e misteriche. La sua maturità di artista si esprime attraverso altri lavori assai significativi, come le composizioni di taglio totemico, come La sofferenza, due profili  in bronzo di forte espressività, o come i tre eseguiti Per Angela, in bronzo in ferro e in legno, dove la straordinaria autorevolezza della visione si moltiplica e si esalta nella diversificazione della materia e nelle sottili varianti che le distinguono. Pizzingolo e Anelito fanno pensare a una citazione letteraria, o alla rivisitazione di un mito, ma certamente non a un freddo gioco intellettualistico. Sotto l’apparente disgregazione della forma, i significati di queste narrazioni si svolgono, e vanno letti, nella ricercatezza  dei tagli e degli assemblaggi che conferiscono valori cromatici alle superfici e alle masse.
La scultura di Cosimo Allera ha una sua coerenza etica e stilistica, animando in chiave surreale gli elementi che potrebbero anche essere ricondotti agli stilemi della ricerca informale. Ben discosto quindi, dalle velleità di certa arte contemporanea, che nasconde sotto l’astruseria il vuoto dei contenuti.



e-mail:alleraarte@cosimoallera.it                            

sabato 1 gennaio 2011

Artisti in Calabria

©M.Iannino
Mario Iannino, omaggio a Mattia Preti, il Cavaliere Calabrese
Artisti in Calabria

È uno spazio in allestimento, pensato per divulgare le positività e il lavoro dei calabresi, gratuitamente, parola alquanto in disuso nel lessico corrente vista la cupidigia che c’è in giro e pervade la quasi totalità delle persone che spendono tempo e saperi nelle umane attività quotidiane. E se qualcuno spende il proprio tempo a fare qualcosa gratuitamente per il prossimo o la propria terra, il tarlo del dubbio penetra le teste bacate e sviluppa mille interrogativi contagiosi: possibile che non ci sia nessun guadagno? Se lo fa, è perché sotto sotto c’è un tornaconto personale!

È vero! C’è qualcosa! E questo qualcosa si chiama gratificazione per avere speso energie in progetti culturali, oserei definirli ideologici, vista la cultura imperante, mirati a migliorare i rapporti interpersonali senza l’assillo del primato assoluto o del guadagno facile.

I collaboratori del blog, lontani dalla volontà di creare l’ennesimo inutile contenitore artistico o dare spazio ai mostri sacri dell’arte ma determinati a dialogare e porgere al grande pubblico in maniera semplice e diretta le poetiche creative presenti in Calabria a testimonianza delle tensioni culturali, quali esempi concreti di volontà di riscatto dai fatidici luoghi comuni che l'immaginario collettivo appioppa indifferentemente alla Calabria e ai Calabresi ogni qualvolta capiti l'occasione, diamo voce a quanti vogliono usare il blog per esternare le diverse poetiche presenti sul territorio.

Pertanto, l’invito, rivolto a quanti intendono essere presenti in detto spazio attraverso notizie personali, curriculum vitae e fotografie di opere da inserire negli spazi del blog, è di allegare la documentazione necessaria e fare richiesta all'amministratore di aore12 all'indirizzo di posta elettronica: arteesocieta@gmail.com

Quanto pervenuto sarà pubblicato integralmente, ovviamente, in caso di inesattezze le responsabilità saranno da ascrivere esclusivamente ai relativi mittenti dei file spediti.

Artisti menzionati nel blog:

Stephan Balkenhol (scultore)
Raffaele Basso (pittore)
Giuseppe Celi (creativo)
Anthony Cragg (scultore)
Wim Delvoye (creativo)
Jan Fabre (scultore)
Luigi Fregola (poeta)
Anthony Gormley (creativo)
Mario Iannino (creativo)
Mario Parentela
Aniceto Mamone (pittore)
Angiolina Oliveti (scrittrice)
Dennis Oppenheim (creativo)
Mimmo Palladino (creativo)
Michelangelo Pistoletto (creativo)
Mattia Preti (pittore)
Marc Quinn (scultore)
Mimmo Rotella (creativo)
Enzo Toraldo (pittore)
e altri

Per leggere i post corrispondenti agli artisti digitare il nome nel motore di ricerca del blog oppure cliccare sull'etichetta arte, per avere un quadro completo di nomi, tendenze e correnti artistiche trattate e principalmente per conoscere la Calabria e avere un quadri d'insieme si rimanda alla pagina "parliamo di ..."

Post suggerito

Un salto in Calabria

  La scogliera di Cassiodoro è situata tra i comuni di Stalettì e Montauro, nel golfo di Squillace. L’affaccio sul mare è spettacolare! ...

divulghiamo bellezza!

a ore 12 ... ...at 12 o'clock ... post in progress, analisi e opinioni a confronto